29 Settembre 2021

 Antonio Tajani «Giù le tasse, via l’Irap. Catasto: no alla riforma» – Intervista a “Il Mattino”

Categorie: Interviste

Antonio Tajani «Giù le tasse, via l’Irap. Catasto: no alla riforma»

Il numero 2 di Fi: «Ridurre le aliquote Irpef. Flat tax quando governerà il centrodestra» «Assalto a Draghi? Giorgetti sia prudente. Noi seri, da irresponsabili forzare la mano»

«Draghi ascolta tutti, poi fa la sintesi e decide. Per questo gli abbiamo portato proposte serie, immediatamente realizzabili e responsabili. Mi sembra che il premier abbia apprezzato il nostro spirito collaborativo».

Antonio Tajani, vicepresidente e coordinatore nazionale di Forza Italia, ha incontrato lunedì scorso il presidente del consiglio a Palazzo Chigi portando in dote le proposte del partito di Berlusconi: lavoro, Sud, riforma fiscale sono il centro nevralgico dei punti indicati da Fi come priorità all’azione di governo. Il tema centrale è probabilmente la riforma fiscale che il suo partito propone.

A Draghi avete riproposto quel vecchio progetto della flat tax?

«Siamo in un esecutivo di coalizione, non del centrodestra, quando saremo noi al governo di sicuro porteremo avanti la flat tax. Ora sarebbe irresponsabile forzare la mano».

Quindi non se ne parla di una fascia di tassazione unica per tutti?

«Per ora possiamo rispolverare il vecchio slogan berlusconiano del “meno tasse per tutti”, che non è poco. La nostra proposta prevede infatti che i redditi della persona siano tassati diminuendo scaglioni e aliquote. Fissiamo intanto una no tax area fino ai 12mila curo. Poi un’aliquota del 15% per i redditi fino a 25mila curo, un’altra al 23% per la fascia dei redditi medi da 25mila a 65mila giuro, con un’aliquota massima del 33% per i redditi superiori. L’obiettivo se si vuol far ripartire il Paese è diminuire le imposte dirette, lo Stato può recuperare i minori introiti del gettito attraverso la crescita dei consumi e quindi attraverso la tassazione indiretta. Si può fare tranquillamente».

È singolare che, mentre il ministro Giorgetti prevede l’assalto dei partiti al premier dopo le elezioni e un surplus di fibrillazioni, invece Forza Italia anziché proporre temi di bandiera come la flat tax faccia proposte al ribasso. Non lo trova anomalo?

«Noi siamo seri, affidabili e credibili. Abbiamo sempre detto la stessa cosa: in questo momento bisogna anteporre i problemi degli italiani a quelli interni dei partiti. È vero che stiamo vincendo la sfida della pandemia, ma la partita non è finita e un vecchio saggio come Boskov spiegava che non finisce finché l’arbitro non fischia. Seguendo questa impostazione abbiamo mantenuto questa linea di lealtà al governo anche con i nostri ministri che mai si sono impelagati in polemiche alzando la posta in gioco. Tra l’altro proprio Giorgetti ha detto che quando si è al governo bisognerebbe essere prudenti nel parlare, dovrebbe applicare anche per sé questo assunto».

Crede che Giorgetti abbia parlato così per creare qualche ulteriore difficoltà a Salvini con tutti i guai che sta passando la Lega?

«Sono fatti suoi e del Carroccio se l’ha fatto contro Salvini. Noi trattiamo con la Lega, le cose interne riguardano il loro partito. Tranne quando queste interferiscono con gli affari dì tutti quanti gli altri partiti. E Giorgetti ha detto cose non in sintonia con il centrodestra, poi agli italiani interessa poco di queste beghe interne».

E a Draghi queste beghe interessano? Ne avete parlato nel vostro incontro?

«Ma no, figuriamoci se il Presidente del sonsiglio si interessa di queste cose. Poi l’importante è che Draghi ascolti le nostre proposte come quella del sostegno alle imprese con il superamento dell’Irap, la diminuzione del cuneo fiscale per tagliare il costo del lavoro e far ripartire l’occupazione e soprattutto recuperare alla vita produttiva i troppi che in questo anno e mezzo hanno perso il lavoro».

Intanto sembra che il governo voglia varare una riforma del Catasto. Come mai persino Berlusconi è intervenuto in prima persona per sventarla?

«Perché le tasse sulla proprietà sono la cosa più odiosa per il nostro partito, ma sulla casa in particolare perché colpisce tutti gli italiani indiscriminatamente. Sono 25 milioni i cittadini che possiedono una casa e di certo non vuoi dire che siano tutti ricchi, Siamo contro qualsiasi riforma del Catasto perché rischia di diventare lo strumento per introdurre nuove tasse e in questo momento in particolare sarebbero un freno per l’economia. Concentriamoci su altre riforme, altro che quelle catastali».

Ad esempio?

«Pensiamo a come poter attrarre investimenti stranieri soprattutto al Sud creando infrastrutture e aiutando le imprese. Per farlo, oltre a ridurre i costi del lavoro, si deve snellire la burocrazia e rendere certa l’azione della giustizia: queste si che sono le riforme urgenti»

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