4 Agosto 2021

«Dar vita al terzo polo? Serve tempo. Una proroga solo se c’è un piano»- Intervista a “La Nazione”

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Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Forza Italia, già presidente del Parlamento Europeo, non dà importanza alle richieste di proroga da concordare con l’Europa per rimandare la vendita di Mps. «La proroga servirebbe nel caso di obiettivi da raggiungere e strategie da concretizzare. Se non c’è un’idea, avere più tempo non serve».

Lei ha un’idea sulla trattativa Unicredit-Mps?

«Sono tre i punti chiave di questa vicenda: quale sistema bancario vogliamo in Italia, stoppare la commistione impropria tra politica e banca, come tutelare Mps, marchio e dipendenti rispetto dal territorio».

Partiamo dal primo punto..

«Il dossier Mps va affrontato in consiglio dei ministri, con il premier Draghi, che è il massimo esperto del tema. Qual è il sistema bancario che vogliamo in Italia? Un duopolio con Intesa San Paolo e Unicredit che si dividono il resto delle banche, o un terzo polo con il Monte che potrebbe aggregarsi con altri istituti?»

Non è il mercato che decide?

«Deve esserci una scelta politica, una visione strategica che accompagna le decisioni del mercato. Lo Stato non può spendere 5 miliardi di euro per vendere pezzi di Monte a Unicredit, mentre la banca di Siena sta recuperando terreno. Lo spezzatino è un’ipotesi devastante, non solo per il territorio, ma per il sistema italiano».

Cosa deve fare la politica?

«Se pensiamo a Mps e UniCredit come affare singolo, siamo miopi. Gli errori del passato, da Banca 121 a Antonveneta, hanno dimostrato che quando la politica, nel caso specifico il Pds e i suoi derivati, si è intromessa sulla finanza, ha provocato disastri. Le banche servono a finanziare l’economia, le imprese e le famiglie. Ora c’è il Recovery Plan da supportare, fare banca perseguendo interessi di partito è stato un errore tragico».

Il Pd è l’unico responsabile della crisi Mps?

«Con tutto il rispetto per Padoan, quando l’ex presidente Barroso fu assunto da Goldman Sachs, in Europa gli attacchi furono feroci. A Siena l’ex deputato Pd, già ministro del Tesoro che si era occupato di Mps, lascia il Parlamento per diventare presidente della banca che si comprerà il Monte. E al suo posto si candida il segretario nazionale del partito che ha governato la banca. Un intreccio tossico. La banca era sull’orlo del collasso per gli errori del Pd, è stata salvata con 5 miliardi pubblici. E ora Unicredit vuole prendersi solo le parti migliori».

Si arriva al terzo punto, alla difesa del territorio…

«Non possiamo cancellare un marchio storico, prevedere migliaia di esuberi e lasciare a Siena lo scarto di Mps, con una bad bank. Da Padoan a Letta si perpetua una commistione tra banca e politica. Manca una strategia nazionale che blocchi gli interessi di partito. Per questo Forza Italia sostiene la candidatura di Marrocchesi Marzi, questo sistema deve cambiare».

La sua richiesta è che sia il premier Draghi con il Governo ad affrontare il dossier banche?

«Per il Monte c’è soltanto Unicredit o possono esserci altre strade? Per dar vita a un terzo polo, serve tempo. Se vogliamo dar corpo al progetto, tagliando le unghie ai francesi pronti ad accaparrarsi le nostre banche, possiamo chiedere una proroga alla Ue. Altrimenti non serve».

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Auguri di pronta guarigione a #PapaFrancesco. Preghiamo tutti per la salute del @Pontifex_it. #Roma e la sua Chiesa hanno bisogno di lui. 🙏

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