L’attentato a Donald Trump «deve diventare una spinta in più a migliorare i nostri comportamenti, a cambiare il tono dei segnali che la politica deve lanciare a livello internazionale ma anche nazionale. In ogni singola nostra azione i leader internazionali devono agire perché la violenza, quella individuale, quella dei gruppi o degli Stati, venga sempre più compressa, contenuta, condannata e rifiutata. E se posso dire, questa riunione del G7 Commercio di Reggio Calabria capita proprio a proposito. Sarà il primo summit internazionale durante il quale ricordare a noi stessi tutto questo. Gestire gli affari del mondo con collaborazione e responsabilità».
Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, si prepara a ricevere oggi in Calabria i ministri di nazioni che rappresentano oltre la metà dell’intero Pil globale, più di un terzo della popolazione dei cinque continenti. «Sarà una sorta di “Stati generali” del commercio mondiale, dell’economia e della crescita: la libertà di scambio, di commercio e navigazione sono fondamentali per lo sviluppo dell’economia». Agli inviati del G7 più l’Unione Europea si aggiungono come invitati Paesi di forte interesse per l’Italia, come India, Brasile, Cile, Vietnam, Corea del Sud, Kenya, Turchia e Nuova Zelanda. Tutti insieme fanno, appunto, metà del Pil del mondo.
Ma una questione si pone subito sul tavolo: fare un incontro sul commercio mondiale senza la Cina può apparire come un incontro cui manca un tassello fondamentale: «La Cina è un Paese – risponde Tajani al Sole 24 Ore – con cui vogliamo avere rapporti costruttivi. Siamo usciti dalla Via della Seta senza fare alcuna polemica, senza parlare male di questa iniziativa, spiegando solo che non ha portato grandi vantaggi all’Italia. Anzi. Allo stesso tempo rimangono dei partenariati con Pechino per rafforzare la collaborazione». E ricorda che a breve andranno in visita a Pechino sia il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sia la premier Giorgia Meloni, «a suggellare un rapporto antico». Ma con Pechino – ricorda Tajani – ci sono questioni aperte, «c’è spesso concorrenza sleale», ad esempio in settori come acciaio e ceramiche, e «se c’è chi non rispetta le regole bisogna intervenire per difendere la nostra produzione, italiana ed europea». Con la Cina, inoltre, «serve la reciprocità anche per quanto riguarda gli appalti pubblici». Il titolare della Farnesina parla di una «partita a scacchi» con la Cina, «bisogna essere abili come europei» a giocarla.
L’argomento è centrale nell’agenda del summit: «La grande tematica è quella dei sussidi alla produzione – precisa Tajani – che generano eccessi di capacità, le quali a loro volta producono distorsioni nell’economia reale e negli scambi commerciali. Di per sé, comunque, i sussidi rappresentano uno strumento legittimo di politica industriale». Tuttavia, aggiunge, «laddove attuati in modo non trasparente e distorsivo del commercio internazionale, essi generano squilibri suscettibili a lungo andare di minare l’ordinato funzionamento del mercato. Si tratta in sostanza di garantire che l’erogazione di tali sussidi avvenga in modo compatibile con la parità di condizioni per le imprese sui mercati, evitando pericolosi effetti discriminatori. Da parte italiana si ritiene che, anche in questo settore, le regole della Wto – la cui direttrice generale sarà al G7 di Reggio – siano rafforzate ed aggiornate, in modo da ripristinare una competizione leale a livello internazionale».
L’Italia al vertice sarà presente con tutta la forza del sistema-Paese, che vede agire accanto alla rete della Farnesina anche Sace, Agenzia Ice e Simest. La riunione di Reggio Calabria si svilupperà attraverso quattro temi prioritari: «Rafforzare il sistema commerciale multilaterale attraverso la riforma dell’Organizzazione Mondiale del Commercio; assicurare parità di condizioni sui mercati globali; incoraggiare la sostenibilità ambientale nel commercio; migliorare la resilienza e la sicurezza economica». Uno dei punti chiave dell’incontro è la certezza della tenuta delle catene di approvvigionamento: «Le recenti interruzioni degli scambi commerciali hanno evidenziato la necessità di catene di approvvigionamento solide e flessibili, in grado di resistere alle sfide, dalle pandemie alle tensioni internazionali».
E in questa chiave è essenziale il tema della sicurezza della navigazione nel Mar Rosso: «Come Italia lavoriamo per garantire la sicurezza con la missione Aspides, che è una missione europea, oltre zoo mercantili sono stati assistiti e i risultati si vedono», ricorda il ministro. Tuttavia – aggiunge – questo «non significa solo mitigare i rischi, ma anche cogliere le opportunità per migliorare l’efficienza e l’innovazione, investendo in tecnologie avanzate, diversificando le fonti e promuovendo una maggiore collaborazione tra i settori. Soprattutto, significa approfondire la collaborazione tra governi e imprese in uno spirito di cooperazione e fiducia reciproca. A tal fine abbiamo invitato alla discussione sulla resilienza delle catene di approvvigionamento anche i rappresentanti dell’imprenditoria del B7: la Business Community del G7». Nel corso della riunione – anticipa Tajani – «presenteremo ai ministri il porto di Gioia Tauro, uno dei più grandi porti del Mediterraneo, e il progetto Food for Gaza, che parte anche dal porto di Gioia Tauro per aiutare la popolazione palestinese. Inoltre verrà illustrato il progetto del Ponte sullo Stretto». Il summit – che per la prima volta nel “formato G7” si tiene in Calabria – sarà di fronte a quel tratto di mare che separa l’Europa dall’Africa: «Vogliamo guardare al Mediterraneo come mare di commercio e non come cimitero di migranti».