21 Giugno 2021

«II centrodestra avrà il partito repubblicano sul modello Stati Uniti» – Intervista a ‘La Verità’

Categorie:

Ci aspettavamo di iniziare questa settimana con la rosa dei candidati del centrodestra al completo. Invece, resta ancora da sciogliere il nodo di Milano.

Onorevole Antonio Tajani, dove sta l’intoppo?
«Bisogna trovare un candidato civico – perché Gabriele Albertini ha detto di no – ma vincente».

Oscar Di Montigny non vi convince, vero?
«Ne stiamo discutendo, ma non è che dobbiamo fare una corsa contro il tempo. La priorità è vincere, scegliendo una persona che possa essere gradita al maggior numero possibile di milanesi e magari individuando un ticket, come a Roma».

Ma l’ha sentito Di Montigny a Un giorno da pecora? «Non conosco a sufficienza il ddl Zan, ma sono molto inclusivo»… Uno che si esprime in questi termini, non sembra esattamente un candidato di centrodestra.
«È un civico… Ma il problema non è questo».

E qual è?
«È fare una sintesi, convergendo su un candidato potenzialmente vincente. Com’è successo in Calabria, a Roma, a Torino, o a Napoli, dove ci stiamo orientando su Catello Maresca».

Milano la considera contendibile? Nonostante i sondaggi?
«Guardi, anche a Torino, l’altra volta, sembrava che dovesse vincere Piero Fassino e poi vinse a sorpresa Chiara Appendino. I sondaggi, soprattutto sui Comuni in vista di eventuali ballottaggi, lasciano il tempo che trovano».

Insistete sui civici per due motivi: primo, perché nascondono le divisioni che vi impediscono di puntare au un esponente di partito; secondo, così non mettete al 100% il bollino su realtà impossibili da amministrare – Roma – o su partite perse in partenza – Milano.
«No. La ratio è un’altra».

Ovvero?
«Allargare i confini del centrodestra, ove possibile, con candidati che siano espressione della società civile, per non “partitizzare” troppo. Dopodiché, per fare il presidente della Regione Calabria, abbiamo scelto Roberto Occhiuto: più politico di così..».

Spieghi meglio che intende per «allargare i confini».
«Nei Comuni non dobbiamo dare l’idea che ci sia una sorta di spartizione trai partiti -uno a me, uno a te, uno all’altro».

E quindi?
«Individuiamo dei candidati culturalmente vicini a noi, che abbiano una visione della politica economica e delle città comune alla nostra, ma che possano raccogliere voti anche nel partito dell’astensione. O addirittura a sinistra».

È fiducioso?
«Nei Comuni ce la giochiamo contro tutte amministrazioni uscenti di sinistra, in città tradizionalmente governate da loro. È come partire dal 5-o. Non è una partita facile, ma penso che possiamo ottenere un buon risultato».

Perché Silvio Berlusconi ha tanta fretta di fare il partito unico?
«Berlusconi ce l’ha sempre avuto in testa. Lui dà una prospettiva».

Di che tipo?
«Un Partito repubblicano in stile americano, che raccolga tutto il centrodestra e sia forza vincente, ma anche forza di governo, ancorata al Ppe. Berlusconi dal 1994 ha una visione strategica dí federatore. È positivo che ci sia un dibattito aperto».

La sua idea qual è?
«Appunto: che il centrodestra non debba solo vincere, ma anche governare. E per questo serve un salto di qualità. Sarà un servizio reso all’Italia. Questo, naturalmente, non significa che dobbiamo rinunciare alla nostra identità».

Ecco: tra gli azzurri, da Mariastella Gelmini a Mara Carfagna, c’è chi teme chela fusione si trasformi in una svendita di Forza Italia alla Lega.
«Però nessuno qui parla di una “fusione”. Non è all’ordine delgiorno».

Be, se l’idea è di creare un partito unico…
«Si, ma sarebbe una grande forza liberaldemocratica e conservatrice, ancorata all’Europae agli Stati Uniti, con una visione per il futuro. Una forza digoverno, non votata meramente all’opposizione».

Sembra unafreeciatina a Fratelli d’Italia…
«No, usciamo dalle beghe quotidiane. Berlusconi ha offerto una visione. Pensa alla vittoria dei valori del centrodestra».

E l’identità di Forza Italia, quindi, che fine fa?
«Il ruolo di Forza Italia risulterebbe esaltato».

Che ne dice, invece, della proposta di Giorgia Meloni sull’intergruppo parlamentare?
«Se fossimo stati tutti in maggioranza, sarebbe stato più facile. Certo, si può rafforzare il coordinamento del centrodestra in Parlamento, senza creare grupponi: ora, ad esempio, è stato fatto sul tema delle politiche fiscali».

Quanto è critico nei confronti dell’operazione di Giovanni Toti e Luigi Brugnaro?
«Ho grande rispetto per Brugnaro: è un ottimo sindaco. Ma non credo che i partiti che nascono in Parlamento abbiano una grande prospettiva».

La considera una mossa troppo di palazzo?
«Costituzione alla mano, i partiti sono il tramite tra il popolo e il governo. Qui, non si sa dove sia il popolo…».

Fdi rimprovera a voi e alla Lega il fatto che il governo Draghi sia troppo condizionato dalla sinistra.
«Il governo Conte era di sinistra e con il governo Draghi c’è stato un vero cambio di passo. Pensi solo alla sostituzione di Domenico Arcuri con il generale Francesco Paolo Figliuolo, o a  provvedimenti economici molto diversi da quelli che auspicava la sinistra».

Sta dicendo il governo Draghi è essenzialmente un governo di centrodestra?
«No, è un governo di unità nazionale, nel quale è inevitabile che si raggiungano dei compromessi. Finita questa stagione di guerra al coronavirus, archivieremo l’esperienza. Anche Winston Churchill, quando si trattò di sconfiggere i nazisti, chiamò al governo i laburisti. Destra e sinistra, siamo in primis tutti italiani; e ora dobbiamo salvare l’Italia».

Berlusconi al Colle: un sogno o una possibilità concreta?
«Guardi, il presidente della Repubblica, sostanzialmente, si decide durante le votazioni».

Ovviamente. Ragioniamoci su lo stesso.
«Berlusconi ha le carte in regola per farlo: è un grande imprenditore, un grande uomo di sport, è sul palcoscenico politico dal 1994, è il presidente del Consiglio che è durato di più incarica e ha guidato più G7, è un grande protagonista della politica estera. Nessuna candidatura ufficiale, eh: le dico come la penso io».

Lei va in giro con la mascherina con i colori della bandiera dell’Ue. È sicuro che questo europeismo intercetti il sentimento degli elettori di centrodestra?
«lo credo di si. Lei sa che cosa vuol dire quella mascherina?».

Che vuol dire?
«È la rappresentazione delle radici cristiane dell’Unione europea».

Si riferisce alla bandiera?
«Certo. Il significato della bandiera dell’Ue è quello: le dodici stelle sono le dodici tribù d’Israele, e sono incastonate sulla corona di Maria. E lo sfondo è azzurro come il manto della Madonna. Sono le radici cristiane dell’Europa, non la burocrazia di Bruxelles».

Ma la burocrazia di Bruxelles è veramente cambiata? Non è ancora passata la crisi Covid e già ci annunciano che torneranno i vincoli di bilancio.
«L’Europa del 2008 era rigorista. Adesso è solidale: guardi lo Sure e il Recoveryfund».

Anche con il Recovery, però, noi resteremo contributori netti al bilancio europeo per circa 3 miliardi. Il cambiamento che lei vede esiste sul serio?
«Sì. Bisogna capire bene cosa significa “contributori netti”».

Che versiamo all’Ue più di quanto l’Ue ci restituisce.
«Sì, ma siamo anche parte di un mercato interno che permette alle nostre imprese di fare business per 2oo miliardi l’anno. I numeri vanno letti con attenzione».

Eppure, anche Ursula von der Leyen aveva dovuto ammettere gli errori commessi sui vaccini. Venerdì scorso, il tribunale di Bruxelles ha di fatto riconosciuto che i contratti stipulati con le  case farmaceutiche erano piuttosto mal congegnati.
«Il problema è politico: l’Europa non ha saputo far valere la propria forza politica, la forza di imporre alcune scelte alle grandi case farmaceutiche».

Perché la Gran Bretagna c’è riuscita e l’Europa no?
«Perché l’Europa patisce una carenza di leadership politica».

Chi potrebbe sopperire all’uscita di scena di Angela Merkel?
«Mi auguro che Mario Draghi possa assumere un ruolo importante. Io, di leader, vedo solo lui ed Emmanuel Macron».

Dunque, le piacerebbe Draghi presidente della Commissione europea?
«Non penso all’incarico. Credo che abbia una personalità forte e sia perfettamente in grado di incidere sulle scelte europee anche da altre posizioni».

#RaffaellaCarrà verrà ricordata come una delle più grandi stelle dello spettacolo. Conosciuta in tutto il mondo ha rappresentato la cultura e i costumi dell'Italia, il suo talento e la sua contagiosa risata resteranno per sempre scolpiti nella storia dello showbiz. Ci mancherà 🙏

Auguri di pronta guarigione a #PapaFrancesco. Preghiamo tutti per la salute del @Pontifex_it. #Roma e la sua Chiesa hanno bisogno di lui. 🙏

NO AL REATO D'OPINIONE #DDLZan

“We the people” tell the government what to do, it doesn’t tell us. “We the people” are the driver, the government is the car. And we decide where it should go, and by what route, and how fast.“We the people” are free. R.Reagan #Happy4thofJuly to our American partners!
🇺🇸🇮🇹🇪🇺