8 Ottobre 2023

“La diplomazia della crescita e il Made in Italy globale” di Antonio Tajani – Il Sole 24 Ore

Categorie: Interventi
Tag: Economia Export 

Gli ultimi dati Istat, pubblicati dal Sole 24 Ore il 30 settembre, certificano come l’export si confermi il motore di crescita dell’Italia, nonostante il cambiamento non favorevole del contesto internazionale, con aumento dell’inflazione e dei tassi di interesse ovunque nel mondo. Nei primi otto mesi del 2023, rispetto al 2022, il nostro export ha registrato un aumento in valore del 5,1%, mentre l’import ha subito un calo del 18,8%, con un avanzo commerciale di 25,8 miliardi di euro, condizionato in maniera determinante dal deficit energetico (45,1 miliardi), che se fosse scorporato dal computo, porterebbe il saldo commerciale a 7o miliardi di euro. Malgrado questa dipendenza energetica, su cui dobbiamo lavorare, abbiamo saldi positivi, frutto del lavoro e dell’ingegno di tantissime imprese, grandi e piccole, che voglio qui ringraziare pubblicamente a nome di tutto il governo. A fronte del rallentamento in alcuni mercati di sbocco come la Germania, le aziende hanno saputo esportare di più verso Paesi con alti tassi di crescita quali India (+146%), Turchia (+io,3%), Paesi OPEC (+10,2%), Paesi ASEAN (+8,7%), Paesi Mercosur (+6,8%) e Stati Uniti (+5,8%). In ogni angolo del mondo c’è grande domanda di Made in Italy e le nostre imprese sanno rispondervi in tempo reale. Siamo la seconda manifattura europea per fatturato dietro la Germania e la seconda nel mondo dietro la Cina per diversificazione produttiva. Il nostro tessuto produttivo e il nostro Made in Italy sono leader nel mondo. Una risorsa preziosa che dobbiamo aiutare a crescere ancora di più. Per questo íl Governo sta attuando a pieno ritmo la strategia di “Diplomazia della crescita” per aprire porte e agevolare il lavoro delle imprese. Ho iniziato ad associare a ogni mia missione imprenditoriale un focus economico: ad esempio nei giorni scorsi sono stato in Arabia Saudita per promuovere il flusso di scambi e investimenti con un Paese di crescente rilevanza. Ho visitato l’Ucraina per portare ai nostri partner la solidarietà dell’Italia e ribadire la volontà delle imprese del nostro Paese a partecipare attivamente alla ricostruzione. È l’economia reale il motore della crescita, e senza la crescita non alziamo i salari e le pensioni, non diminuiamo il nostro debito pubblico e non diamo prospettive di benessere ai nostri giovani. Dobbiamo avere regole chiare e semplici, una scuola che davvero prepari i nostri giovani per i lavori di domani e un sistema bancario forte che sostenga chi voglia mettere il genio italico nella realizzazione di una impresa. Per un Made in Italy Globale servono mercati aperti, tanto per l’approvvigionamento delle tante materie prime che non disponiamo, quanto per venderei nostri eccellenti prodotti fuori dai confini nazionali. Dobbiamo avere la possibilità di importare facilmente quello che ci serve. Siamo leader nella moda, ma non produciamo cotone, e questo vale per molti settori. Come Ministro degli Esteri lavoro per questo tanto in sede Ue quanto in sede bilaterale con tutti gli altri Paesi. Dobbiamo accorciare le filiere produttive per evitare rischi di blocco in qualche paese che fermi l’intera produzione, come abbiamo visto durante il Covid. Serve continuare a supportare le nostre imprese sui mercati globali di vendita. Sto lavorando per rafforzare la nostra diplomazia economica attraverso un maggiore supporto della nostra rete delle Ambasciate, la partecipazione a fiere ed esposizioni che aumentino la visibilità del Made in Italy e con continue missioni perla crescita. Servono accordi commerciali, simili a quelli con il Canada, per aprire mercati e garantire tutele ai nostri marchi. La contraffazione dei nostri prodotti, il falso “Italian sounding”, ci danneggia seriamente e servono correttivi. Su questo la Ue deve fare di più.

In questo contesto, di filiere raccorciate, mercati vicini e geopolitica che torna in primo piano, ho messo al centro della nostra attenzione i Balcani occidentali, troppo spesso trascurati, con un export italiano verso la regione passato dal 12,3 miliardi di euro del 2018 ai 18,2 miliardi del 2022 (+48%). Cosi come il Mediterraneo, dove l’Italia deve tornare a essere protagonista, e l’Africa. Presto tornerò in Egitto, paese cerniera tra il mondo arabomussulmano e quello africano, rilevante tanto politicamente quanto economicamente. L’Africa registra da anni una forte crescita demografica. La sua popolazione africana è destinata a passare da 1,2 miliardi a 2,3 miliardi in trent’anni. In Africa si assiste a uno scenario di crescita economica a più velocità: paesi che arrancano e Senegal, Costa d’Avorio, Kenya, Nigeria che hanno una crescita prevista per i12023 compresa tra il 4% e l’8%. Il tessuto economico del continente è molto spesso frammentato male potenzialità non mancano. L’Africa ospita circa i13o per cento delle riserve mondiali di minerali, l’8 per cento del gas naturale e il u per cento delle riserve mondiali di petrolio. Il continente ha le più grandi riserve di cobalto, diamanti, platino e uranio nel mondo. Detiene íl 65 per cento della terra coltivabile del mondo e il died per cento della fonte interna di acqua dolce rinnovabile del pianeta. Dobbiamo continuare ad avere buone relazioni tanto in Asia, come ho fatto di recente con la mia visita in Cina e in Arabia Saudita, quanto con gli Usa, che restano il nostro mercato di riferimento fuori dalla Ue, e l’America Latina. Se tutto il mondo vuole il Made in Italy, sta a noi portarglielo.

#RaffaellaCarrà verrà ricordata come una delle più grandi stelle dello spettacolo. Conosciuta in tutto il mondo ha rappresentato la cultura e i costumi dell'Italia, il suo talento e la sua contagiosa risata resteranno per sempre scolpiti nella storia dello showbiz. Ci mancherà 🙏

Auguri di pronta guarigione a #PapaFrancesco. Preghiamo tutti per la salute del @Pontifex_it. #Roma e la sua Chiesa hanno bisogno di lui. 🙏

NO AL REATO D'OPINIONE #DDLZan

“We the people” tell the government what to do, it doesn’t tell us. “We the people” are the driver, the government is the car. And we decide where it should go, and by what route, and how fast.“We the people” are free. R.Reagan #Happy4thofJuly to our American partners!
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