«Vorrei dire al Pd e al Movimento 5 Stelle che il governo Conte finito da un pezzo. Noi siamo disponibili a salvare Napoli, ma ad accettare supinamente qualche loro imposizione senza prima fare bene i conti».
Antonio Tajani, vicepresidente e coordinatore di Forza Italia entra a gamba tesa sull’accordo trovato dal centrosinistra per salvare Napoli dal default. Non che Fi non voglia porsi il problema, ma se salvataggio ci sarà andrà individuato prima un nuovo metodo.
Presidente, quindi se Pd e M5s portassero in Consiglio dei ministri o in Parlamento una propria proposta, Forza Italia la boccerebbe?
«Vogliamo essere molto chiari su un punto: vogliamo risolvere i problemi del Comune di Napoli e, soprattutto, dei cittadini napoletani, ma non senza delle regole di ingaggio precise».
Cioè?
«Napoli va salvata dal default, ma prima di questo chiediamo che il Ministero delle Finanze invii gli ispettori in Comune per verificare intanto a quanto realmente ammonta il debito e, non da meno, devono accertare le responsabilità di chi ha creato questo debito. Ricorderei a tutti che negli ultimi 30 anni le Giunte partenopee sono state tutte di marca centrosinistra, ora non è che si può risolvere tutto con un colpo di spugna».
È comprensibile la sua posizione, ma l’antico adagio recita che mentre il medico studia poi il paziente muore. Sicuro ci sia il tempo di aspettare i tecnici del Mef e accertare le responsabilità? Nel frattempo il Comune fallisce…
«A me sembra che la mossa fatta da Pd e M5s sia demagogica e non sia un modo serio di affrontare la vicenda, sembra vogliano fare campagna elettorale a Napoli con il vessillo del salvataggio delle casse del Comune dal default. Così non va bene, se invece vogliono discutere in maniera costruttiva le nostre porte sono aperte perché siamo pronti a fare tutto ciò che serve per risolvere questo problema. Il tempo per accertare tutto c’è, basta un po’ di volontà».
Ieri Maresca ha detto che va bene salvare Napoli, ma non che passi la narrazione del solito Sud straccione e assistito. Concorda?
«Non avevo sentito Maresca su questo, ma è quanto diciamo anche noi come Forza Italia. Non può funzionare con la canzoncina “chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato”, possiamo girare pagina e non guardare al passato ma individuando le precise responsabilità di chi ha creato questo buco».
Se Pd e M5s si mettessero d’accordo con un colpo di mano portando in Parlamento un loro provvedimento per salvare le casse del Comune di Napoli creerebbe problemi alla maggioranza che sostiene il governo Draghi?
«Dell’esecutivo Draghi noi facciamo parte e basti vedere cosa sta facendo Mara Carfagna per portare tanti fondi al Sud. Se portassero un emendamento di questo tipo poi dovrebbe dare un parere proprio lo stesso governo. Non mi sembra una mossa plausibile, per questo dico che se ne può discutere, ma con serietà e senza fare inutili annunci per acchiappare qualche voto».
Questo dibattito sul salvataggio del Comune dal default è finito a pieno titolo nella campagna elettorale. Ce n’è pure un altro adesso: ieri Maresca ha detto che non si sente un candidato di centrodestra. Ma alla fine è il vostro candidato?
«Noi non dobbiamo lottizzare, siamo felicissimi che Maresca da civico abbia deciso di correre per governare Napoli e noi lo affiancheremo con profonda convinzione come abbiamo detto sin dal principio perché è la migliore figura possibile per affrontare sul serio i problemi di Napoli. Tanto è vero stiamo cercando candidature civiche anche in altre città, le bandierine non ci interessano».
E come siete messi?
«A Torino abbiamo individuato a Paolo Damilano, ora troveremo la quadra anche altrove. Se ci sono i civici bene, altrimenti cercheremo di individuare i migliori politici».
Gasparri a Roma?
«Sono certo sarebbe il miglior candidato possibile».