Le polemiche interne dopo la nomina dei ministri sembrano lontanissime, così come quella sensazione che per mesi è sembrata una certezza di un partito in dissoluzione o quasi. Ma tanta tranquillità ha fatto un po’ scomparire dalla scena Forza Italia. Troppo remissivo il partito di Berlusconi al governo? «Tutto il contrario. Alzare la voce non significa essere forti. Noi stiamo svolgendo e vogliamo svolgere sempre più un ruolo attivo in questo esecutivo. Tranquillità e sicurezza non significano passività», dice il coordinatore azzurro Antonio Tajani.
Come si diventa «forza trainante» del governo, quello che ambite a essere?
«Svolgendo seriamente il proprio ruolo ma anche incalzando l’esecutivo. Non stiamo al governo per battere le mani, ma per ottenere risultati».
E non le sembra che di risultati eclatanti se ne vedano pochi al momento?
«Beh, qualcuno di rilievo lo abbiamo già ottenuto. Ci siamo battuti per il rinvio delle cartelle esattoriali, per la sostituzione del commissario Arcuri, per il sostegno all’industria della montagna e siamo soddisfatti dei risultati. 11 nostro impegno ha pagato. Questi sono segnali concreti e anche di prospettiva, come lo è il fatto che a differenza di quanto avveniva con il governo Conte i provvedimenti vengono annunciati con il congruo anticipo e ordinatamente. Però è chiaro che tutto ciò non basta».
Quale è il cambio di passo che chiedete?
«Si deve passare dai ristori a spizzichi e bocconi a risarcimenti veri. E veri significa finanziati adeguatamente. Se la situazione impone un approccio ancora più rigido per salvare vite e contenere il virus, lo si faccia: ci fidiamo di quello che dicono gli scienziati. Ma si agisca immediatamente per risarcire chi sta soffrendo, famiglie e imprese: noi chiediamo che si voti subito un ulteriore scostamento da 20 miliardi, al quale vengano aggiunti 15 miliardi ancora inutilizzati dei vecchi scostamenti. Non perdiamo altro tempo, i risarcimenti devono essere immediati».
Perché sembra che altri partiti al governo come la Lega, il cui leader Salvini interviene su ogni tema siano più «presenti» di voi?
«Perché noi andiamo sui contenuti. Non strilliamo, facciamo un lavoro costruttivo. Siamo l’unico partito ad aver presentato tre piani completi, sul Recovery, sui vaccini, sui ristori. È il nostro modo di agire».
A differenza di altri partiti, sembra che i contrasti interni si siano placati per voi. Come lo spiega?
«Perché il governo Draghi è andato esattamente nella linea come noi per primi avevamo indicato. È una posizione su cui siamo tutti».
Invece M5S e Pd hanno parecchi problemi interni. Teme problemi per il governo?
«Mi auguro vivamente di no, perché mai come ora serve senso di responsabilità. Ma si sta dimostrando quello che dicevamo da tempo: a differenza loro, il centrodestra è coeso, è una vera coalizione, è unito e lo rimarrà anche restando chi al governo in questa fase e chi all’opposizione».
A meno di ricomposizioni al centro, che potrebbero coinvolgere anche voi…
«Noi siamo il centro, all’interno di una coalizione di centrodestra. Siamo il centro trainante di chi si candida a governare, dopo la parentesi di questo governo. E non c’è bisogno di nessun nuovo agglomerato, non servono centrini. Ci siamo noi».