26 Luglio 2022

“Non facciamo il gioco della sinistra che ci vuole divisi” – Intervista a “La Stampa”

L’addio di Brunetta e Gelmini?

Ora non passino con il nemico. Chi ci ha lasciato poi è scomparso politicamente. Più che la leadership è importante avere una classe dirigente seria in grado di governare questo Paese.

Antonio Tajani passa da una riunione all’altra. Con i coordinatori regionali sta lavorando alle liste per le elezioni. Ieri le prime dieci Regioni, oggi le altre dieci. La campagna elettorale ha i suoi passaggi, ma il vicepresidente di Forza Italia lavora anche alla preparazione di un vertice che si preannuncia non semplice e scherza su chi lo accusa per il suo passato monarchico, «nell’Ue ci sono monarchie parlamentari che funzionano benissimo».

Tajani, a cosa serve il vertice di domani tra i leader del centrodestra?

«È la prima riunione per preparare la campagna elettorale. Parleremo dei temi, come le pensioni, che ha sollevato Berlusconi».

Giorgia Meloni ha messo una condizione: senza accordo sulle regole non c’è il centrodestra. Quindi parliamone: la leadership a chi spetta?

«Non se ne deve parlare adesso, i leader troveranno una regola». Meloni dice che la regola c’è già. «Vediamo. Bisogna aspettare le elezioni».

Ma non sarebbe meglio presentarsi agli elettori con un candidato unico?

«Decideranno i leader. Il tema non mi appassiona, la legge elettorale non lo impone e nelle altre elezioni non c’era un candidato unico. Ogni partito ha il suo. L’importante è avere un programma. Qui bisogna vincere, se troviamo un candidato premier, ma poi non vinciamo, resta solo un candidato. Delle regole si troveranno. Insistere su questo dibattito comporta un rischio».

Quale rischio?

«Si rischia di oscurare i programmi e fare il gioco della sinistra che ci vuole divisi. Più che la leadership l’importante è avere una classe dirigente seria con esperienza in grado di governare il Paese. Serve una squadra, non un uomo o una donna sola al comando».

La politica estera può essere un elemento di frizione tra alleati?

«La politica estera di un grande Paese non cambia, siamo nella Nato e abbiamo come faro il rapporto con gli Stati Uniti».

La Lega ha votato i decreti Ucraina, ma insiste che non bisogna più inviare le armi e ha espresso dubbi sull’ingresso di Svezia e Finlandia nella Nato. Come possono convivere queste posizioni con le vostre e quelle di Fratelli d’Italia?

«Sono posizioni di partito. Il governo è un’altra cosa. In ogni caso nessuno è contrario alla Nato. Noi abbiamo votato al Parlamento europeo, Berlusconi incluso, documenti molto duri contro la Russia».

Cosa ci sarà nel programma comune del centrodestra?

«Riduzione della pressione fiscale, revisione del reddito di cittadinanza, pensioni, sicurezza e aiuto ai più deboli. Insisteremo molto sul potere d’acquisto dei lavoratori, dei pensionati e delle casalinghe».

Meloni accusa una campagna di discredito orchestrata contro di lei all’estero.

«È successo in passato con Berlusconi. Si reagisce mostrando serietà e dimostrando di essere diversi da come si viene dipinti».

Forza Italia ha un problema: continuano a uscire parlamentari. Che ne pensa?

«Se non sei d’accordo con la scelta fatta dal partito non è che passi con il nemico. Quelli che hanno lasciato il partito non hanno mai avuto grande fortuna. Sono usciti personaggi, anche gruppi interi e sono tutti scomparsi politicamente. Passare a sinistra non è una opzione accettabile. Avrebbero dovuto fare come Elio Vito».

Elio Vito preso ad esempio virtuoso, sorprendente!

«Sì, perché avendo preso posizioni critiche contro il partito, Vito ha avuto la dignità di dimettersi. Qui nessuno è stato eletto con le preferenze: se io non sono più d’accordo con il partito prendo e vado a casa, non passo con il nemico».

Mara Carfagna resterà?

«Mi auguro che Mara resti. Ho sempre avuto un buon rapporto con lei. Ha avuto spazio e visibilità, nelle iniziative di partito e nelle riunioni più importanti, come gli altri ministri, è stata coinvolta».

Loro, i ministri, dicono che nessuno li ha consultati quando si doveva decidere se votare la fiducia a Draghi. C’è stata in quella fase un po’ di distanza?

«Forse si sapeva che Brunetta e Gelmini stavano per uscire».

Al di là dei nomi, i parlamentari che escono da Forza Italia pongono un problema politico e criticano la scelta di uscire dal governo Draghi e allearsi con due partiti sovranisti più forti. Hanno torto?

«La legge elettorale prevede un centrodestra e un centrosinistra. Se sei di centrodestra combatti la battaglia nel tuo campo, non alleandosi con gli ex comunisti che forse si accorderanno coni grillini».

È meglio allearsi con Meloni e Salvini?

«È meglio allearsi con il centrodestra. Noi non siamo succubi di nessuno. Ma nemmeno vogliamo esserlo del Pd. Ci presentiamo con la nostra lista, non facciamo federazioni. Non è un caso che il Ppe ci abbia dato pieno appoggio».

Il Ppe la vuole premier.

«Di questo non so niente. Non mi sono candidato a niente. Sono un militante che ha avuto tanto dalla vita. Io ho rinunciato alla buonuscita di mezzo milione di euro da commissario europeo, un lavoro ce l’avevo, cerco di essere coerente».

Almeno una cosa si può dire: per la prima volta Antonio Tajani sarà parlamentare?

«Forse dopo 30 anni di parlamento europeo, mi toccherà quello italiano. Ma non ho l’ambizione di avere i gradi».

#RaffaellaCarrà verrà ricordata come una delle più grandi stelle dello spettacolo. Conosciuta in tutto il mondo ha rappresentato la cultura e i costumi dell'Italia, il suo talento e la sua contagiosa risata resteranno per sempre scolpiti nella storia dello showbiz. Ci mancherà 🙏

Auguri di pronta guarigione a #PapaFrancesco. Preghiamo tutti per la salute del @Pontifex_it. #Roma e la sua Chiesa hanno bisogno di lui. 🙏

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