21 Marzo 2022

«Piano con l’ingresso dell’Ucraina in Europa. E niente no fly zone» Intervista a “La Verità”

Il coordinatore di Fi: «Lo zar va fermato, però l’Occidente ha fatto degli sbagli. Giusto difendere Kiev, ma l’Ue sia flessibile sui conti»

Lo sconto di 2.5 centesimi sui carburanti non basta: servirà l’extra deficit. L’Aula migliori la norma sul catasto. Brunetta ha le sue idee, poi decide il Cm.

Antonio Tajani, coordinatore di Forza Italia e vicepresidente del Ppe, sabato era tra gli invitati al «non matrimonio» di Silvio Berlusconi. «Un bellissimo pranzo tra amici», racconta.

Caro carburanti: per lo sconto di 25 centesimi, il governo ha tassato gli extra profitti delle aziende energetiche. Lei chiedeva uno scostamento di bilancio. È deluso?

«È un primo passo: 25 centesimi non bastano, specie se la situazione internazionale resta questa. In questo caso, bisognerà andare inevitabilmente verso lo scostamento di bilancio».

Il caro prezzi, comunque, è più colpa delle accise che della crisi energetica.

«Fa ridere anzi, fa piangere che ancora paghiamo l’accisa per la guerra in Etiopia. Senza dubbio, le accise si devono tagliare. Ma bisogna monitorare soprattutto l’Iva, che con l’aumento dei prezzi pesa di più. Intanto, qualcuno parla di speculazione. Comunque la si metta, pagano i consumatori».

Si riferisce al ministro Roberto Cingolani?

«Esatto».

Doveva andare in Procura, anziché in tv?

«Cingolani ha fatto una denuncia politica. E infatti, il presidente della commissione sulla tutela dei consumatori, Simone Baldelli, ha chiesto che il ministro riferisca al Parlamento. Dopodiché, essendoci di mezzo una notizia di reato, se ne occuperà anche la Procura, che in effetti ha aperto un fascicolo».

Lei ha chiesto un Recovery plan per la crisi economica innescata dalla guerra.

«Noi abbiamo chiesto quattro cose».

Ce le ricordi.

«Primo: il Patto di stabilità non può rientrare in vigore a gennaio 2023. E anche dopo il 2023, non può restare lo stesso, perché il mondo è cambiato. Secondo: il Recovery deve diventare permanente: si raccolgono i soldi sui mercati con i bond, per realizzare la Difesa europea, affrontare la crisi energetica, quella migratoria e la ricostruzione dell’Ucraina, che l’Europa dovrà sobbarcarsi. Terzo: la B ce deve continuare a comprare titoli di Stato. Non è il momento della politica del rigore, ma di una politica espansiva. Quarto: serve un tetto europeo sul prezzo del gas».

E invece, l’Eurogruppo dice che dovremo ridurre il debito a partire dal 2023. Torna la solita Europa dei ragionieri?

«Ci batteremo a tutti livelli affinché questo non accada. Penso che sul Patto di stabilità prevarrà il buon senso. Va bene chiederci di essere solidali con l’Ucraina, ma Italia e Germania sono i Paesi che pagano il prezzo più alto per la difesa dei valori di libertà, democrazia e sovranità. Per dire: non ci si può mettere a minacciare la Polonia mentre accoglie due milioni di rifugiati…».

Sostiene che l’Europa dovrà sobbarcarsi la ricostruzione dell’Ucraina: quindi, l’Ucraina entrerà nell’Ue?

«È candidata; prima che entri, ci vuole tempo».

Per Ursula Von der Leyen, è questione di mesi. Non sarebbe il caso di andarci piano?

«Io credo che sia stato giusto accelerare i tempi della richiesta di adesione. Dobbiamo dimostrare solidarietà, ma per entrare nell’Unione bisogna rispettare i famosi dieci criteri».

E tra corruzione e oligarchi, l’Ucraina i suoi problemi li ha…

«Appunto. Un conto è aiutarla a difendere la propria indipendenza, un conto è farla entrare nell’Ue senza esame».

La Russia ha minacciato esplicitamente l’Italia. Ci chiudono i rubinetti del gas?

«Il fatto è che dovremmo andare verso l’autosufficienza energetica e il mercato unico dell’energia».

Non lo si fa in un giorno.

«E infatti, siamo già in ritardo, per colpa degli pseudoambientalisti di sinistra, superati dalla storia, e dei partiti del no. È stato un errore anche deporre Gheddafi, nell’ottica della diversificazione delle fonti d’approvvigionamento. Il governo Berlusconi, con Claudio Scajola ministro, provò a riavviare pure il progetto del nucleare, ma il referendum bloccò tutto. Adesso, la stessa Commissione europea conferma che il nucleare di ultima generazione è sostenibile».

Abbiamo inviato armi all’Ucraina per «vietnamizzare» il conflitto e ritrovarci un’Aleppo nel cuore d’Europa?

«È stato giusto mandare armi difensive: nessun aereo, nessuna no fly zone. Non dobbiamo fare nulla che possa innescare un’ escalation».

È possibile che Volodymyr Zelensky, che domani interverrà a Montecitorio, ce la chieda di nuovo, la no fly zone.

«Non possiamo accettare questa richiesta. È giusto difendere l’autonomia dell’Ucraina e sostenerla economicamente, ma non possiamo scatenare la terza guerra mondiale».

È ancora valida l’idea di mandare da Viadimir Putin Berlusconi e Angela Merkel?

«Qui non si capisce chi è il vero mediatore. Il segretario generale dell’Onu potrebbe individuare degli inviati speciali che siano saldamente ancorati all’Occidente, ma che abbiano anche la stima di Putin. E Berlusconi e Merkel erano i due grandi leader europei che più di altri avevano un dialogo con lui, sia pure da posizioni filoccidentali ».

Il paradosso è che Putin è stato uno degli esponenti più occidentalisti dell’élite russa si veda Pratica di Mare. Cos’è andato storto?

«Si sono persi vent’anni per una serie di errori commessi dalla Russia, ma anche dall’Occidente».

L’errore dell’Occidente è stato l’allargamento a Est della Nato?

«L’errore è stato aver lasciato sfilacciare il rapporto con Mosca. Ma l’Italia è parte della Nato e ha fatto una scelta di campo. Ora l’unità dell’Occidente è fondamentale per fermare il disegno egemonico di Putin, che va condannato e respinto».

Foraggiare il golpe di Euromaidan in Ucraina non è stata un’idea brillante…

«Eravamo arrivati quasi ad avere la Russia di Putin dentro la Nato. Ora, il grande pericolo è consegnarla alla Cina, che è il vero pericolo strategico. Ma l’Occidente doveva pensarci prima: adesso, non può fare altro che difendere l’indipendenza dell’Ucraina. Putin ha superato un limite invalicabile: non si è fermato al Donbass, che era un territorio conteso, è andato al di là della tutela dei russofoni e sta arrivando a Kiev».

Una soluzione diplomatica può contemplare concessioni territoriali a Mosca?

«È chiaro che si dovrà arrivare a un compromesso, ma il compromesso dovrà essere accettabile anche per gli ucraini. Per salvare la pace, ognuno deve fare un passo indietro».

Catasto. Renato Brunetta ha definito «incomprensibile» il voto contrario di Forza Italia.

«La riforma del catasto si può fare, bisogna far emergere il sommerso, come dice il comma i dell’articolo 6 della norma. Il vero pericolo è nel comma 2».

Cosa dice?

«Adegua la rendita catastale al valore di mercato. E questo è prodromico all’inflizione di nuove tasse, anche se Mario Draghi lo nega. Io a lui ci credo, ma dopo a Palazzo Chigi arriverà qualcun altro. Tassare la casa è inaccettabile e la riforma si può migliorare in Parlamento».

E con Brunetta, come la mettiamo?

«Ha le sue idee, la linea politica poi la dà Berlusconi. I provvedimenti presi in cdm possono essere migliorati in Parlamento. Se no il Parlamento che ci sta a fare?».

Altro che ritorno alla normalità: ci fate tenere il green pass tutto aprile.

«So che a voi della Verità non piace, ma noi siamo favorevoli. Il virus è ancora insidioso: un mese di transizione era opportuno».

Il green pass non ha effetto sui contagi: l’ondata di Omicron ci ha investiti lo stesso.

«Il green pass c’era anche in altri Paesi d’Europa».

Da noi, sul certificato verde, c’è la disciplina più rigida del continente.

«Non si sono ridotti i contagi, ma i morti sono diminuiti grazie ai vaccini. Il green pass è stato uno strumento per far vaccinare il maggior numero di persone».

Green pass e vaccini sono due cose diverse, no?

«Il green pass certifica l’avvenuta vaccinazione. Sinceramente, non mi dà nessun fastidio esibirlo: dopo vado in uno studio tv e mi chiederanno quello e pure il tampone».

Ecco: evidentemente, perché il green pass da vaccino non dà alcuna garanzia anti contagio.

«Il tampone è un grado in più di garanzia. Comunque, il green pass non è un obiettivo in sé: è uno strumento per difendere la salute. E ormai è giusto allentare le misure progressivamente».

Dopo le scintille sul Colle, il centrodestra esiste ancora?

«Certo. Va riformato, bisogna lavorare per la sua unità, che e indispensabile con questa legge elettorale. Forza Italia ha un ruolo fondamentale, perché Berlusconi è il fondatore della coalizione, senza di noi non si vince e serve una forza dichiaratamente europeista, atlantista, riformista, garantista e cristiana. Non a caso, i sondaggi ci premiano».

Sì?

«Le mostro quello di Tecnè per Dire, che ci dà in crescita. Una ragione ci sarà: siamo una forza politica che fa proposte concrete e sostiene Draghi in maniera comunque sempre critica».

Draghi andrà via da Palazzo Chigi?

«È il garante di un governo di unità nazionale».

Dunque, le larghe intese finiranno con le politiche 2023?

«Mi auguro che nel 2023 sia finita l’emergenza. L’esistenza di un governo di unità nazionale è legata solo a questo: all’emergenza sanitaria, economica e adesso anche militare».

#RaffaellaCarrà verrà ricordata come una delle più grandi stelle dello spettacolo. Conosciuta in tutto il mondo ha rappresentato la cultura e i costumi dell'Italia, il suo talento e la sua contagiosa risata resteranno per sempre scolpiti nella storia dello showbiz. Ci mancherà 🙏

Auguri di pronta guarigione a #PapaFrancesco. Preghiamo tutti per la salute del @Pontifex_it. #Roma e la sua Chiesa hanno bisogno di lui. 🙏

NO AL REATO D'OPINIONE #DDLZan

“We the people” tell the government what to do, it doesn’t tell us. “We the people” are the driver, the government is the car. And we decide where it should go, and by what route, and how fast.“We the people” are free. R.Reagan #Happy4thofJuly to our American partners!
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