26 Agosto 2021

«Sfiducia a Lamorgese? No, il governo rischia di cadere» – Intervista a “Il Mattino”

Antonio Tajani, vicepresidente di Fi, lancia segnali di distensione: «Basta fibrillazioni: sfiducia alla Lamorgese? No, il governo rischia», dice rivolto a Salvini che ha chiesto la testa della ministra.

«Per ora tutto il centrodestra è compatto alle amministrative ma dopo la parentesi del governo Draghi ci riuniremo tutti», analizza Antonio Tajani, europarlamentare e vicepresidente di Fi, annunciando che il primo appuntamento in cui Fi, Fdi e Lega assieme peseranno sarà l’elezione del successore di Mattarella. «Per ora però basta fibrillazioni», dice rivolto a Salvini che ha chiesto la testa della ministra Lamorgese.

Oltre alla photo opportunity con Berlusconi e Salvini a che punto siamo con la federazione del centrodestra?

«Berlusconi ci lavora in vista delle elezioni 2023 ma per ora si rafforzerà il centrodestra di governo con riunioni periodiche tra ministri e capigruppo dei due partiti. E contemporaneamente, voglio sottolineare, a livello locale ci presentiamo uniti in tutte le città e anche con Fdi, rispetto alle divisioni della sinistra. A Napoli e Roma, per esempio. E già un messaggio chiaro per gli elettori: c’è voglia di lavorare assieme».

Per ora però rimane fuori Fdi.

«Fdi ha deciso di stare fuori dal governo ma ricominciamo uniti per le politiche, quando ci sarà un ritorno degli schieramenti precedenti. Gli amici di Fratelli d’Italia hanno ritenuto di stare all’opposizione del governo Draghi mentre noi, all’opposto, sappiamo che era importante esserci. E il salto di qualità e il cambio di passo di questo governo c’è stato anche grazie a Fi e Lega».

Il tentativo del partito unico non andò però bene con il Pdl.

«Nel 2009 la situazione era completamente diversa. Oggi serve una forza di centrodestra che sappia far crescere l’Italia con i fondi del Recovery e si proceda alle vere sfide: cancellare il divario Nord-Sud, la digitalizzazione e la riforma della giustizia. Riforme da completare per favorire gli investimenti nazionali ed esteri e mettere le imprese, ora in difficoltà, di competere. Un lavoro che ha bisogno di una forza coesa di centrodestra ma è chiaro come non avverrà con uno schiocco di dita. Ma ora il primo obiettivo è vincere le amministrative». Saranno un test nazionale? «Sono partite locali che rimangono tali vistala maggioranza variegata al governo».

Qualcuno teme che Matteo Salvini possa prendere il sopravvento nel centrodestra.

«Il federatore rimane Berlusconi ed è appena iniziato un percorso»

Prima la partita del Quirinale dove vorrete dire la vostra.

«Assolutamente, il centrodestra sarà e rimarrà unito anche perché ha il 45 per cento degli elettori del nuovo presidente: partiamo da una posizione importante, per la prima volta».

Per ora rimangono alcune divergenze con la Lega: a cominciare dal green pass e l’obbligo dei vaccini.

«Io sono favorevolissimo ai vaccini e d’accordo che sia obbligatorio per tutto il personale scolastico per tutelare sopratutto gli studenti. Se gli italiani si vaccineranno va benissimo ma se non lo fanno si dovrà arrivare all’obbligo».

Salvini non è d’accordo.

«Salvini non è un pericoloso no vax e guardi se il piano vaccinale corre e si sono fatte 500mila somministrazioni al giorno è anche per merito nostro e della squadra di esperti guidati da Andrea Mandelli: a Draghi presentammo noi un piano vaccinale di 150 pagine».

Per ora il governo viene picconato dal caso Durigon.

«In questa fase si deve trovare l’unità: le sue frasi sono state certo non condivisibili e deciderà Draghi assieme a Salvini ma la partita delle sue dimissioni non interessagli italiani e meno fibrillazioni ci sono, meglio è».

Vale anche per il ministro Lamorgese? Salvini ha chiesto la sua testa.

«Questo è un governo di solidarietà nazionale in cui non si dovrebbero chiedere le dimissioni di un ministro o firmare mozioni di sfiducia. Ci sono delle cose, come il rave di Viterbo, che non hanno funzionato. Vale anche per l’immigrazione. Ma non si può correre il rischio di far cadere il governo per un rave».

Come uscirne?

«Sarebbe più giusto che su alcuni temi importanti, come l’immigrazione o la sicurezza dopo il ritiro di Kabul, vengano discussi e ci si confronti tra le forze di maggioranza. Io non sono d’accordo, ad esempio, sulle soluzioni punitive che pensa il ministro Orlando per le imprese che delocalizzano. Sia chiaro che è inaccettabile andare altrove licenziando gli operai via whatsapp ma serve capire perché si delocalizza: serve una riduzione fiscale, del peso della burocrazia e una riforma della giustizia. Io in Spagna ho impedito una delocalizzazione e mi hanno dedicato una strada quando ero commissario Ue all’industria ma con la politica convinsi quell’azienda a rimanere in Europa non con sanzioni modello socialista come vorrebbe il ministro Orlando. Ma, detto questo, non ho chiesto certo la testa del ministro del Pd».

#RaffaellaCarrà verrà ricordata come una delle più grandi stelle dello spettacolo. Conosciuta in tutto il mondo ha rappresentato la cultura e i costumi dell'Italia, il suo talento e la sua contagiosa risata resteranno per sempre scolpiti nella storia dello showbiz. Ci mancherà 🙏

Auguri di pronta guarigione a #PapaFrancesco. Preghiamo tutti per la salute del @Pontifex_it. #Roma e la sua Chiesa hanno bisogno di lui. 🙏

NO AL REATO D'OPINIONE #DDLZan

“We the people” tell the government what to do, it doesn’t tell us. “We the people” are the driver, the government is the car. And we decide where it should go, and by what route, and how fast.“We the people” are free. R.Reagan #Happy4thofJuly to our American partners!
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