Il momento è adesso. Perché il mondo dello sport non ce la fa più. Deve ripartire ma da solo non può farlo, schiacciato dal peso della pandemia e anche della poca considerazione di cui evidentemente gode. Il momento è adesso perché il decreto sostegni-bis prenderà forma in questi giorni: lo scostamento di bilancio sarà di 40 miliardi, non può non esserci anche il mondo dello sport. Antonio Tajani, vicepresidente di Forza Italia, parte dai numeri: «Chiediamo che 8 di quei 40 miliardi vengano usati per sostenere la ripartenza di chi è rimasto chiuso in tutto questi mesi. Non per propria volontà ma per tutelare la salute di tutti gli italiani. Bar; ristoranti, teatri, cinema e ovviamente anche il mondo dello sport».
La macchina dello sport di base è fatalmente grippata.
«Servono due miliardi, soldi indispensabili per sostenere le attività e i costi degli impianti sportivi da parte delle società salvandole cosi dal fallimento».
I ristori del passato non sono sufficienti.
«No, perché soprattutto nel mondo sportivo bisognerebbe calcolare i costi storici».
Per non parlare della distinzione tra entrate istituzionali e commerciali.
«È un errore da correggere: le società sportive basano gran parte delle loro entrate sulle quote associative e di frequenza, definite per legge istituzionali e non commerciali. Ma i ristori tengono conto solo della minore entrata commerciale generando una stortura che va sanata nel prossimo decreto. Si stanno considerando le società sportive come delle aziende profit e invece non è così».
12 milioni di praticanti tra le federazioni e gli enti sportivi. Lo sport è di tutti.
«E fa bene a tutti. Dal punto di vista fisico ed economico. Parliamo, compreso l’indotto, del 3-4% del Pil, oltre 60 miliardi di euro. L’industria dell’abbigliamento, degli attrezzi, degli impianti sportivi senza dimenticare il turismo sportivo, la ristorazione, l’organizzazione di eventi di altissimo livello o anche popolarissimi come le maratone: tutte queste attività poggiano sul sistema societario sportivo che deve essere aiutato».
Il miliardo di euro del Recovery esce da questo discorso.
«Quella è un’altra cosa, uno scenario futuro. Le società vanno aiutate adesso. Bisognerebbe allargare il bonus del 110% per le ristrutturazioni a tutti gli impianti sportivi e non solo agli spogliatoi, prorogare di altri 5 anni le concessioni comunali, regionali o demaniali, favorire il credito d’imposta e tante altre cose pratiche che le società sportive si aspettano».
Tradotto: si aspettano che lo sport venga considerato come merita.
«In Italia si fa attività motoria solo grazie alle società sportive, bisogna tenerlo presente soprattutto in questo momento. Non è un discorso soltanto di medaglie, di attività di alto livello, di Olimpiadi che pure danno lustro all’Italia. Fare attività sportiva ha un valore sociale, genera benessere, alleggerisce i costi della sanità pubblica. Centomila società sportive e un milione di volontari da sempre si sostituiscono allo Stato. Anche per questo bisogna intervenire subito in modo concreto».