2 Febbraio 2022

Tajani a ‘Il Foglio’: “Vi racconto il mio romanzo Quirinale tra Draghi, Conte, Salvini, Letta”

Categorie: Interviste
Tag: Governo 

Il vero romanzo Quirinale ve lo racconta lui che stava per essere candidato al Quirinale.

“Avevo il cv. Ma sono il coordinatore di Forza Italia, il partito della mediazione. Non era possibile”.

E’ Antonio Tajani, il più amato da Silvio Berlusconi che ovviamente riama. “Il vero uomo che ha deciso le sorti di questa elezione, che ha chiamato Sergio Mattarella per comunicargli la notizia. E’ l’unico che anche quando non partecipa vince”.

Facciamo come gli scrittori. I luoghi. “Sesto piano. Camera. E’ sabato mattina. Vertice di maggioranza. Siamo negli uffici di Forza Italia, ex ufficio di Brunetta. In quella stanza viene deciso il nome del nuovo capo dello stato”.

Che notte quella notte (prima). “Eravamo al ristorante Maxela. Lucidi, cartesiani. Sapevamo cosa volevamo. Giovedì sera ricevo il mandato di negoziare da parte di tutti i partiti afferenti al Ppe”.

Al Maxela? “Confermo”.

Chi eravate?

“Fesa, Lupi, De Poli, Toti, Ronzulli, Gasparri, Barelli, Bernini, Quagliarello”.

Serve una prefazione.

“Va bene”.

E’ vero che lei abbia tramato contro Mario Draghi?

“Per niente, tant’è che, giovedì pomeriggio, vengo ricevuto dal premier. Un’ora di colloquio. Io contro Draghi? Suvvia”.

Quello è sicuramente il momento decisivo. Ventiquattro ore ci separano dalla fine di tutto. In letteratura si chiama lo “spannung”. Significa tensione. Merita un ricordo denso.

“Incontro Draghi a Palazzo Chigi e gli dico che per noi lui è come Maradona. Ma non si diventa Maradona indossando la maglia di Maradona. Non ci sono sostituti politici possibili. Deve restare al suo posto”.

E Draghi?

“Ascolta”.

I giornali e le agenzie scrivono che Draghi è pronto a lasciare la guida del governo se non viene eletto uno tra Mattarella e Amato. Solo Tajani conosce la verità:

“Entro a Chigi, mi siedo. Spiego al premier che lo schema è chiaro. Un politico al Quirinale e un tecnico a Palazzo Chigi”.

Due no?

“Eh no”.

Siamo a un passo dall’addio?

“E invece ricevo la conferma da parte sua che per nessun motivo lascerà la guida del governo. E’ stato impeccabile”.

E ora come tutto è iniziato. La terna e la cinquina di Salvini.

“Dopo il rifiuto iniziale di Berlusconi, si propone la terna. Decidiamo di lasciare due figure fuori. La mia e quella della Casellati. Ma la reazione della sinistra è durissima. Letta risponde che faranno tutti la fine di Berlusconi”.

Si pentirà?

“Chiederà scusa. Bravo”.

Inizialmente la mossa tattica di FI è l’astensione.

“Un’idea lanciata da Gregorio Fontana”.

FdI risponde con Guido Crosetto.

“Meloni infuriata sceglie Crosetto”.

La rosa del centrodestra non sfonda le resistenze della sinistra. E Tajani cosa fa?

“La chat di FI ribollono. Parlo con Meloni e Salvini. Mi convinco che bisogna lanciare il nostro nome”.

Berlusconi? “Ovvio”.

Ma Meloni dice no. E’ così?

“Si oppone. Lo fa con durezza. Respingo e argomento. Non do lezioni a nessuno ma non prendo lezioni da nessuno”.

Si arriva dunque al nome della Casellati.

“Figura, a suo tempo, votata dal M5s”.

Si dice che lei volesse riprovarci per un secondo giro.

“Eh”.

Vabbé. Non importa. Ci perdoni, ma Cassese cosa c’entra? Il pomeriggio che Salvini decide di citofonargli avvisa Tajani?

“Ancora non ha capito se l’abbia incontrato o meno”.

Incontrato.

“Cassese piaceva anche alla Meloni”

A voi?

“Aveva definito Berlusconi un pregiudicato. Non si poteva”.

Su Casini si poteva?

“Mantengo ponti telefonici con Renzi e Maria Elena Boschi”.

Pure lei fa parte del romanzo?

“Sì”.

Si vuole andare su Casini.

“FI ci sta. Roberto Speranza era pronto a votarlo”.

E invece ecco il nome della Belloni.

“Un’idea che ha sempre avuto Conte. Me ne aveva già parlato. Piace a Salvini, si aggiunge Meloni. Nulla contro di lei ma non va bene”.

Anche Di Maio la blocca.

“Ha giocato bene la sua partita”.

Al contrario di Salvini.

“Non voglio dare pagelle”.

Siamo alle pagine finali. Casini?

“Salvini dice no”.

La sua carta finale?

“Fa il nome della Cartabia, ma Conte ha un problema con i suoi”.

Il nome outsider che è veramente entrato?

“Severino”.

Impensabile per FI?

“Chiaro”.

E poi la pace con il placido Mattarella.

“Berlusconi alza il telefono, lo avvisa. Non potevamo più perdere tempo ma non è vero che lo abbiamo perso”.

E lei c’era sempre.

“Ho fatto la mia parte”.

Anche qualcosa in più. E’ Tajani il vero vincitore del premio Strega, sezione Quirinale. Titolo: “Le notti di Antonio”.

#RaffaellaCarrà verrà ricordata come una delle più grandi stelle dello spettacolo. Conosciuta in tutto il mondo ha rappresentato la cultura e i costumi dell'Italia, il suo talento e la sua contagiosa risata resteranno per sempre scolpiti nella storia dello showbiz. Ci mancherà 🙏

Auguri di pronta guarigione a #PapaFrancesco. Preghiamo tutti per la salute del @Pontifex_it. #Roma e la sua Chiesa hanno bisogno di lui. 🙏

NO AL REATO D'OPINIONE #DDLZan

“We the people” tell the government what to do, it doesn’t tell us. “We the people” are the driver, the government is the car. And we decide where it should go, and by what route, and how fast.“We the people” are free. R.Reagan #Happy4thofJuly to our American partners!
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