13 Dicembre 2021

Tajani: «Confrontiamoci. Un presidente della nostra area sarebbe perfetto» – Intervista al “Corriere della Sera”

Categorie: Interviste
Tag: Forza Italia 

L’esponente azzurro: Un tecnico al Colle? È meglio un politico

Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Forza Italia, si rafforzano le proposte di un confronto preventivo fra i leader dei partiti per arrivare ad un’elezione del prossimo capo dello Stato la più condivisa possibile. Siete d’accordo?
«Ci mancherebbe, il presidente si elegge con il massimo del consenso. Con la sinistra siamo al governo insieme, parliamone e confrontiamoci. È una cosa positiva per tutti, noi faremo la nostra parte, tutti devono parlare con tutti visto che la prima carica dello Stato rappresenta tutti».

Il centrodestra a differenza di altre volte può essere determinante.
«I numeri lo dicono, abbiamo tanti parlamentari come anche tanti rappresentanti delle Regioni. E c’è anche un gran numero di parlamentari che non sono iscritti a un partito, ed è la prima volta che un numero così importante di deputati e senatori, chiamiamoli indipendenti, si manifesta nell’elezione del presidente della Repubblica».

Matteo Salvini accompagna il dato ad un’ambizione: non eleggere una figura che venga dal centrosinistra.
«Io dico una cosa simile, un presidente di area del centrodestra sarebbe perfetto, ma anche perché ogni presidente si spoglia un attimo dopo l’elezione dell’abito di appartenenza e diventa garante della Repubblica, non ha più la maglia di una squadra ma quella della Nazionale, diventa al di sopra delle parti».

E quindi per voi va benissimo Berlusconi.
«Ha meriti e record che in pochi possono vantare. È obiettivamente un capitano di industria, un grande uomo di sport che ha vinto tutto, è l’uomo che ha governato più a lungo il nostro Paese, che è stato più votato, l’uomo che ha messo intorno a un tavolo Bush e Putin, l’uomo che più a lungo ha presieduto il Consiglio europeo. E a sinistra non vedo un candidato vero».

È anche il politico italiano più divisivo di sempre.
«Tutti sono divisivi, quando si viene da una parte è naturale, ma Berlusconi, anche in questi ultimi anni, ha dimostrato di tenere in primo luogo all’interesse nazionale. È quello che ha voluto più di altri Mario Draghi, e in ogni occasione possibile ha messo gli interessi del Paese davanti a quelli del suo partito. Pertini, Saragat, Napolitano, tutti erano di parte, tranne forse Ciampi, Einaudi, prima di diventare figure di garanzia. E non sottovalutiamo il fatto che Berlusconi resta l’ultimo presidente del Consiglio eletto, che ha vinto le elezioni come candidato premier».

Perché pensate che Draghi debba restare a Palazzo Chigi?
«Per garantire l’unità nazionale in questa fase, non abbiamo ancora sconfitto il Covid, come dicono tutti, dal Financial Times a tanti ambienti internazionali. Sarebbe un eccellente presidente della Repubblica, ma è giusto che continui a guidare l’esecutivo. Sia per le riforme che per il Recovery, che resta un piano molto complesso, e io sono preoccupato perché ancora la macchina dello Stato non è pronta. L’accoppiata Berlusconi-Draghi a livello nazionale e internazionale sarebbe certamente positiva per il Paese. Detto questo bisogna anche parlare di economia».

In che senso?
«Prima di affrontare la scelta del prossimo inquilino del Quirinale risolviamo le questioni che interessano l’economia, il lavoro e la salute. Non facciamole passare in secondo piano. Nei prossimi giorni ci sono tante decisioni da prendere, dal caro bollette al rinvio delle cartelle esattoriali. Non sappiamo se la ripresa è veramente duratura. Bisogna allargare l’utilizzo del superbonus alle società sportive, che garantiscono attività motorie e salute ai nostri cittadini. Arrivare ad allargare il taglio dell’Irap, usando quella clausola del reddito di cittadinanza che dirotta eventuali risparmi su altri settori. Quindi non dirottiamo il dibattito per le prossime settimane».

Va bene ma faccia una previsione, quanti scrutini per arrivare a prossimo capo dello Stato?
«È sempre possibile che sia eletto al primo scrutinio».

E una figura indipendente, come ad esempio Marta Cartabia?
«Io credo che il presidente della Repubblica debba essere anche un politico di spessore, che ha preso voti, che ha governato, non ci si può sempre rivolgere ai tecnici, se mettiamo solo tecnici la politica continua ad abdicare al proprio ruolo».

#RaffaellaCarrà verrà ricordata come una delle più grandi stelle dello spettacolo. Conosciuta in tutto il mondo ha rappresentato la cultura e i costumi dell'Italia, il suo talento e la sua contagiosa risata resteranno per sempre scolpiti nella storia dello showbiz. Ci mancherà 🙏

Auguri di pronta guarigione a #PapaFrancesco. Preghiamo tutti per la salute del @Pontifex_it. #Roma e la sua Chiesa hanno bisogno di lui. 🙏

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