È appena tornato da una missione in Argentina, ed è già impegnato su tre fronti Antonio Tajani. Da vicepremier, ministro degli Esteri e leader di Forza Italia deve intervenire su governo, scenario internazionale bollente e manovra.
Cominciamo dall’allarme rosso del Medio Oriente: come giudica l’attacco di Israele a Unifil?
«È inaccettabile ciò che è successo a danno di alcune postazioni di Unifil nel Sud del Libano, è inaccettabile che per errore o ancora peggio intenzionalmente vengano colpite basi di Unifil. Da un paio di settimane il governo italiano avvertiva quello israeliano di questo pericolo: io stesso ho chiamato tre volte negli ultimi giorni il mio collega israeliano Israel Katz. E poi, visto che abbiamo stabilito da anni un rapporto molto intenso, ho chiamato due volte il presidente Herzog».
Per dirgli che cosa?
«Israele può difendersi militarmente, ha tutto il diritto di rispondere al barbarico assalto del 7 ottobre. Ma le sue operazioni devono rispettare in ogni momento il diritto internazionale, i civili e in questo caso i contingenti delle Nazioni Unite. Mi hanno sempre risposto che comprendevano pienamente i nostri messaggi, che avrebbero garantito le nostre indicazioni a chi opera sul campo».
Non sembra che la situazione sia chiarita, Crosetto è stato durissimo. Adesso che succede?
«Purtroppo vedo che i risultati sono diversi da quanto ci è stato garantito. Mi auguro che adesso da Israele arrivino le scuse e la condanna per quanto è accaduto. Bene che l’ambasciata di Israele abbia annunciato l’apertura di una inchiesta».
Perché è stato convocato dal ministro della Difesa l’ambasciatore di Israele, mentre una convocazione spetterebbe al ministero degli Esteri?
«Non c’è stata una “convocazione” formale, che spetta agli Esteri. Il ministro Crosetto ha ricevuto l’ambasciatore israeliano per esprimergli giustamente il disappunto italiano per ciò che è accaduto, disappunto da trasferire al suo governo».
Cambia il futuro per la missione Unifil?
«Gli italiani si stanno comportando da veri portatori di pace. Li stiamo seguendo come figli, chiediamo aggiornamenti minuto per minuto. Noi facciamo tutto quello che è in nostro possesso per garantire l’integrità di questi ragazzi ma la missione deve andare avanti per garantire la pace e impedire che la situazione degeneri».
Intanto in Italia continuano le tensioni sulla manovra. Pare che al ministro Giorgetti non siano piaciuti i suoi aut aut contro nuove tasse sulla casa o sugli extraprofitti, l’ha definita «populista».
«Non mi interessano le battute riferite, i pettegolezzi, le frasi estrapolate. Con Giorgetti abbiamo ottimi rapporti. Le priorità di FI sono abbassare le aliquote, continuando per prima cosa a lavorare sul cuneo fiscale, perché le imprese possano assumere e per avere un salario più alto per i lavoratori. Con l’obiettivo di abbassare l’Irpef dal 35% al 33% fino a una piattaforma di 60 mila euro di imponibile».
Sì ma i soldi dove li prendete? Giorgetti pensa a rivalutazioni catastali per immobili che hanno usufruito del Superbonus.
«Io credo che sia stato mal interpretato, noi non abbiamo alcuna intenzione di fare revisioni catastali come voleva fare la sinistra, e tantomeno forme di patrimoniale dichiarate o nascoste. È già previsto dalla legge che se si aumentano i vani, si uniscono unità immobiliari o si eseguono lavori che aumentino il valore dell’immobile oltre il 15% si passi a classi catastali più alte o ci sia una rivalutazione delle rendite catastali. Non c’è da tassare nulla di quello che già è emerso e dichiarato».
Quindi sulla casa non si cambia?
«Bisogna fare controlli e far pagare il sommerso anche immobiliare che c’è, le case “fantasma”, che sono tantissime, o chi dichiara il falso. Quindi benissimo applicare le leggi e combattere l’evasione, no a nuove tasse».
Neanche alle banche?
«Ma non esiste solo la formula “extraprofitti” per ottenere contributi. Si può agire sulla liquidità, e comunque serve dialogo, collaborazione, con banche, assicurazioni. Quello che stiamo facendo, senza intenti punitivi o vendicativi. Semmai è ora di tassare i giganti del web, e sul piano europeo finalmente di abbassare i tassi».
Sì, ma intanto i soldi per la manovra dove si trovano?
«Stiamo lavorando a una efficace spending review, alla riduzione delle 625 detrazioni e deduzioni fiscali inefficaci, a risorse del concordato preventivo, alla riscossione della evasione accertata, alla riduzione delle partecipazioni pubbliche e alla vendita di parte del patrimonio immobiliare pubblico».
Resta che FI sembra diventata l’anima critica della maggioranza
«No, noi siamo e rimaniamo anima centrale del centrodestra. Siamo liberali, garantisti, europeisti. Questa è la nostra natura, il nostro compito. Nella fedeltà e alleanza con il centrodestra».