2 Dicembre 2022

Tajani: “È giunta l’ora di lavorare a un accordo giusto per l’Ucraina” – Intervista a “la Repubblica”

«L’Italia è molto interessata e sosterrà ogni iniziativa politica e diplomatica che possa portare a una pace giusta per l’Ucraina. Tutta l’alleanza atlantica, tutti i paesi che vogliono la pace saranno pronti a parlare con Putin se, davvero e con concretezza, dimostrerà che questo è il suo interesse genuino. Ripeto, è giunto il momento di iniziare a lavorare per una pace giusta per l’Ucraina». Il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani commenta con Repubblica l’apertura negoziale a Mosca del presidente Usa Joe Biden nel suo ufficio a Palazzo Chigi alla vigilia dei Med Dialogues, gli incontri promossi da Farnesina e Ispi che porteranno a Roma leader e ministri del Mediterraneo allargato.

 

Ci sono reali speranze di svolta diplomatica sull’Ucraina?

«La Russia continua ad attaccare civili e infrastrutture, vuole usare l’inverno contro la popolazione rendendo impossibile qualsiasi tipo di dialogo. Tutti vogliamo la pace, ma deve passare per l’indipendenza di Kiev, non attraverso la sua resa. La responsabilità di questa situazione è solo russa. Ora il Cremlino deve dare segnali concreti anziché bombardare la popolazione».

In campagna elettorale Salvini e Berlusconi e hanno chiesto lo stop alle armi a Kiev e l’alleggerimento delle sanzioni a Mosca: il governo Meloni seguirà questa linea o resterà con Zelensky?

«L’Italia continuerà a seguire la linea di Nato e Ue perché l’unità è la nostra forza per consentire a Kiev di negoziare una pace giusta».

La decisione di fornire i missili anti aerei Aspide ha provocato tensioni nella maggioranza?

«In questo momento non stiamo inviando altre armi, c’è un percorso gestito dalla Difesa per nuovi armamenti in base alle richieste ucraine. Forniamo però materiale per ripristinare le infrastrutture elettriche e abbiamo messo a disposizione la nostra protezione civile per l’emergenza freddo».

Opererà in territorio ucraino?

«Aspettiamo le richieste di Kiev, ma se con il gelo aumenteranno i profughi siamo pronti ad aiutare, anche ospitando nuovi rifugiati».

Roma aveva un accordo con Parigi per fornire anche i moderni sistemi anti missile Samp-T ma dopo i litigi sui migranti l’ipotesi è tramontata.

«Il dossier migranti non c’entra, ci sono problemi di compatibilità tecnologica con i sistemi ucraini».

Sull’Ocean Viking il governo ha rotto i rapporti con la Francia, nostro alleato sui dossier economici Ue, e non ha ottenuto nulla sui flussi: è stata la scelta giusta?

«I rapporti con Parigi non si sono rotti: noi poniamo un problema enorme, quello dei migranti, che va risolto a livello europeo e per ora abbiamo ottenuto risposte soddisfacenti. Il Mediterraneo non può diventare un cimitero, vogliamo sconfiggere gli scafisti. L’Italia proporrà un piano Marshall Ue per l’Africa da 100 miliardi con una strategia di crescita capace di fermare le partenze».

Cosa farete quando ci sarà la prossima nave carica di migranti?

«L’Italia non può essere il solo porto sicuro dove sbarcarli. Non si tratta di essere contro Francia o Germania, ma di trovare un accordo sulla gestione complessiva dei flussi».

Parigi e Berlino ospitano più migranti del nostro Paese.

«Quando le richieste di asilo arrivano da ingegneri siriani è più facile».

Vuole superare la Bossi-Fini?

«Dobbiamo fermare gli irregolari e portare in Italia le persone di cui abbiamo bisogno».

Come?

«Stiamo preparando un nuovo decreto flussi, questa volta biennale o triennale, per pianificare gli arrivi legali e la formazione delle persone che vogliono venire in Italia premiando i paesi che bloccano le partenze degli irregolari».

Di quante persone parliamo?

«Circa 70mila all’anno, ma tutto è in via di definizione e non ci sono ancora numeri certi».

L’Italia fornirà nuove motovedette alla Libia?

«Sì, siamo pronti a darne altre».

I libici però sono accusati di violenze: come pensate di evitarle?

«Con stabilità politica e controllo del territorio».

L’Italia sostiene il premier di Tripoli Dbeibah o il suo antagonista Bashagha?

«L’Italia ha un rapporto storico con Tripoli ma l’obiettivo restano le elezioni e l’unità nazionale».

Il punto di riferimento politico del governo Meloni in Europa sono Francia e Germania o Polonia e Ungheria?

«Non si tratta di scegliere tra Parigi o Varsavia, siamo un governo europeista».

Ma anche sovranista: Roma appoggerà la riforma dei trattati Ue che toglierà il diritto di veto ai singoli paesi aumentando la sovranità europea a scapito di quella nazionale?

«Io sono favorevole, bisogna passare dall’unanimità alla maggioranza su esteri, difesa ed energia».

È la posizione del governo?

«Non ho sentito voci contrarie».

L’Italia perderà parte dei fondi Ue della prossima tranche del Pnrr?

«Dobbiamo fare di tutto per evitarlo accelerando sugli obiettivi concordati con Bruxelles».

Anche cambiando le parti della manovra che non convincono la Ue?

«Non credo che ci sarà molto da cambiare, ma se a valle del dialogo con Bruxelles ci saranno parti da modificare ci penseremo».

Roma sostiene la proposta di riforma del Patto di stabilità Ue?

«Il Patto ha ormai i capelli grigi, va riformato, ma mi chiedo se la sua riattivazione dopo il Covid non vada rinviata ancora, benché modificato»

Con il suo collega egiziano ha parlato di Regeni e Zaki?

«Ho chiesto collaborazione e non ho incontrato chiusure, mi auguro novità a breve».

Luigi Di Maio è in corsa per diventare inviato Ue nel Golfo: il governo lo appoggia?

«Non ci opponiamo, ma la sua è una candidatura individuale, non del governo. L’ho già detto a Borrell; se lo nomina la scelta è soltanto sua».

#RaffaellaCarrà verrà ricordata come una delle più grandi stelle dello spettacolo. Conosciuta in tutto il mondo ha rappresentato la cultura e i costumi dell'Italia, il suo talento e la sua contagiosa risata resteranno per sempre scolpiti nella storia dello showbiz. Ci mancherà 🙏

Auguri di pronta guarigione a #PapaFrancesco. Preghiamo tutti per la salute del @Pontifex_it. #Roma e la sua Chiesa hanno bisogno di lui. 🙏

NO AL REATO D'OPINIONE #DDLZan

“We the people” tell the government what to do, it doesn’t tell us. “We the people” are the driver, the government is the car. And we decide where it should go, and by what route, and how fast.“We the people” are free. R.Reagan #Happy4thofJuly to our American partners!
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