6 Febbraio 2023

Tajani: «Favorevoli al nuovo fondo Ue per competere con gli Usa» – Intervista a “La Verità”

Antonio Tajani, ministro degli Esteri, la settimana inizia con un nuovo episodio nei rapporti sempre complicati fra Stati Uniti e Cina. Il presidente Joe Biden ha fatto abbattere il «pallone» spia cinese. La crisi è solo all’inizio?

«Ci sono regole internazionali ben precise per l’autorizzazione al sorvolo, regole che non sono state seguite. La decisione legittima degli Usa di fermare il pallone è stata presa anche per le forti reazioni che questo sorvolo ha provocato nel paese. Certo, anche io noto che l’incidente avviene nel momento in cui Usa e Cina lavoravano a un percorso di distensione, con la previsione di un viaggio del segretario Blinken a Pechino che per il momento è stato solo rinviato. L’Italia lavora sempre per un percorso di distensione, che però questa vicenda non agevola».

Pechino protesta, e parla di risposta esagerata degli americani, mentre l’Fbi analizzerà il relitto del congegno. Crede che questo episodio porterà a una fase di gelo nei rapporti tra Washington e la Cina?

«Nel prendere la sua decisione il presidente Biden ha atteso molte ore, per evitare che la distruzione del pallone in volo potesse generare detriti pericolosi che sarebbero precipitati sul territorio americano. Ma nel frattempo la diplomazia americana ci ha assicurato che i contatti con la Cina sono rimasti sempre attivati, Pechino era stata preavvertita dell’azione contro il pallone, e risponde adesso con una reazione eccessiva».

Intanto in Italia proseguono le polemiche sul caso Cospito, dopo le manifestazioni a Roma e Milano del fine settimana. Il Pd dice che la visita all’anarchico in carcere è stata dettata da ragioni di umanità, mentre le condizioni di salute di Cospito rischiano di peggiorare. Possiamo ribadire che il 41 bis non è oggetto di trattativa?

«Il 41 bis non si tocca. E non c’entra l’umanità o gli scioperi della fame. È una questione di difesa dello Stato di diritto».

Dobbiamo aspettarci altri attacchi alle sedi di rappresentanza Italiana nel mondo?

«Lo Stato italiano, le nostre ambasciate sono state messe nel mirino di atti terroristici oppure di azioni dimostrative. Possiamo aspettarci altri attacchi, e per questo non dobbiamo drammatizzare la situazione, ma neppure sottovalutare i potenziali pericoli: ogni invito alla compattezza del mondo politico di fronte a questi pericoli da me è condiviso e rilanciato».

Certo a livello politico c’è uno scontro molto forte, con le accuse di Donzelli in Parlamento e le proteste dell’opposizione. Giorgia Meloni dice che non c’è alcun presupposto per le dimissioni del sottosegretario Delmastro Delle Vedove. Enrico Letta accusa il premier di «attizzare l’incendio». È complicato parlare di unità in questo momento…

«Condivido l’appello del premier Giorgia Meloni al senso di responsabilità: abbassiamo i toni, tutti quanti. L’avversario comune è un movimento rappresentato da una persona condannata per terrorismo. Ricordiamocelo. Lo scontro politico tra maggioranza e opposizione favorisce solo chi vuole sfidare le istituzioni. Io ho vissuto le Brigate Rosse, e posso dire che certamente mille anarchici che sfilano a Roma non riusciranno a destabilizzare lo Stato. Ma non possiamo nemmeno abbassare la guardia».

In Ucraina si teme una nuova ondata offensiva russa. Conferma quanto ha detto il ministro della Difesa: addestreremo forze ucraine anche sul nostro territorio?

«Faremo tutto ciò che serve. L’obiettivo finale è arrivare alla pace. Ma alla pace si può arrivare solo evitando l’occupazione permanente russa. Nel frattempo, confidiamo che si possano portare avanti iniziative concrete di avvicinamento delle parti».

Per esempio?

«L’Italia avanza la proposta di istituire una “zona di sicurezza”, sostenuta dal controllo dell’agenzia dell’Onu per l’energia atomica, attorno alla centrale di Zaporizhzhia, per impedire che un missile lanciato anche per sbaglio possa condurci a un’altra Chernobyl. Seguiamo e sosteniamo il lavoro del direttore dell’Aiea Rafael Grossi, che dice di voler creare una sorta di “santuario” in quel territorio. Scongiurare il disastro è interesse di tutti, e potrebbe rappresentare il primo passo per arrivare a un confronto tra ucraini e russi in direzione della pace. L’altra urgenza è quella di proteggere l’esportazione di grano verso i paesi africani. Ho incoraggiato anche il governo turco a proseguire su queste iniziative».

Questi sarebbero dei punti di partenza su cui intavolare un confronto più ampio?

«Si, zona di sicurezza e grano. Fatti concreti da cui partire, fermo restando la nostra difesa dell’indipendenza dell’Ucraina, e la nostra disponibilità a essere in prima fila per la ricostruzione del paese».

Pensa sia ancora possibile tornare allo status quo ante, o Kiev dovrà comunque rinunciare a pezzi di territorio per arrivare a un armistizio?

«Non sappiamo se sarà possibile tornare allo status quo ante: anzitutto è necessario che le due parti in lotta si siedano intorno a un tavolo. Resto convinto che sostenere Kiev e ricercare la pace non siano missioni incompatibili».

Intanto il premier Giorgia Meloni è stato accolto a Berlino: i tedeschi non sembrano smuoversi dalla loro linea granitica sugli aiuti di Stato. Rischiamo di uscirne penalizzati?

«Il rischio è ci siano squilibri sul mercato interno. Allentare le maglie sugli aiuti di Stato farà sì che i paesi più ricchi possano sostenere le loro imprese, più degli altri. Questo privilegerebbe uno o due paesi, ma non l’Europa nel suo complesso. Insomma, sarebbe una scelta contraria allo spirito dell’Unione Europea».

Sarebbe più utile un fondo sovrano comunitario?

«Sì, perché permetterebbe di poter competere seriamente con gli Stati Uniti, che stanno intervenendo con finanziamenti ingenti a sostegno delle proprie imprese».

A luglio si terrà a Roma il vertice Fao sui sistemi alimentari. Cosa rappresenta per il nostro Paese?

«Vuol dire tornare al centro del dibattito mondiale sul cibo e sulla sicurezza alimentare. I rappresentanti di 190 Stati si daranno appuntamento a Roma, una città che si dimostrerà perfettamente in grado di ospitare eventi di tale portata, come l’Expo 2030. È un riconoscimento del nostro impegno per il multilateralismo e un orgoglio per l’intero comparto agroalimentare italiano».

Sarà anche un’occasione per opporre resistenza alla linea europea, che vorrebbe imporre l’arrivo di farine a base di insetti nel nostro piatto, nel nome della sostenibilità ambientale?

«Quello è un attacco alla dieta mediterranea, e in definitiva alla nostra identità. A livello europeo siamo riusciti a vincere una battaglia per non fare inserire sostanze cancerogene nel vino, e certamente continueremo a difendere il nostro modello alimentare».

La mentalità «green» si sta scollando dalla realtà?

«Non condivido la linea fondamentalista sul cambiamento climatico, quella che non tiene conto delle ricadute negative sul piano industriale e sociale. Io ho votato contro la proposta della Commissione europea che punta a bloccare i motori non elettrici entro il 2035. È un errore gravissimo: con quelle norme rischiamo di uccidere il settore dell’auto in Europa. E ho sempre pensato che, accanto agli obiettivi ambientali, bisogna fissare dei paletti per salvaguardare l’economia reale».

Oggi consegniamo cinque imbarcazioni al governo libico. A che scopo?

«Vogliamo che i libici siano partecipi nella regolazione dei flussi migratori. Sono mezzi finanziati dall’Unione europea, serviranno alla guardia costiera libica per contrastare i trafficanti di esseri umani».

Tutto questo mentre in Italia prende il via l’iter dell’autonomia differenziata. Con annesse polemiche sull’Italia divisa, e i cittadini di serie A e di serie B. Il Pd continua a dire che questa riforma è irricevibile perché spacca il Paese. Lei che cosa dice?

«Quella proposta di legge dà semplicemente applicazione al dettato costituzionale, senza creare disuguaglianze tra Nord e Sud».

Questa riforma necessita di cambiamenti, o fosse per lei potrebbe entrare in vigore senza modifiche?

«Possiamo immaginare qualche piccolo ritocco in Parlamento, ma per me il progetto va bene così com’è».

#RaffaellaCarrà verrà ricordata come una delle più grandi stelle dello spettacolo. Conosciuta in tutto il mondo ha rappresentato la cultura e i costumi dell'Italia, il suo talento e la sua contagiosa risata resteranno per sempre scolpiti nella storia dello showbiz. Ci mancherà 🙏

Auguri di pronta guarigione a #PapaFrancesco. Preghiamo tutti per la salute del @Pontifex_it. #Roma e la sua Chiesa hanno bisogno di lui. 🙏

NO AL REATO D'OPINIONE #DDLZan

“We the people” tell the government what to do, it doesn’t tell us. “We the people” are the driver, the government is the car. And we decide where it should go, and by what route, and how fast.“We the people” are free. R.Reagan #Happy4thofJuly to our American partners!
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