8 Dicembre 2023

Tajani: “L’Italia deve dire sì al Mes” – Intervista a “La Stampa”

Antonio Tajani si divide tra Farnesina e partito. Ha preso in mano la leadership di Forza Italia, con l’obiettivo di andare oltre alla mera sopravvivenza nelle prime vere elezioni dopo la scomparsa di Silvio Berlusconi: «I sondaggi vanno bene», assicura. Cerca di attenuare la rivalità con Matteo Salvini e al tempo stesso rimarca il profilo più europeista del suo partito: «Il Mes va ratificato, ma si parli anche di Unione bancaria». Poi c’è il Tajani ministro degli Esteri che invita Israele a «rispettare il diritto internazionale» e rivela l’ipotesi di un nuovo pacchetto di aiuti. Oggi il vicepremier sarà a Fabriano per un’occasione a cui tiene molto: «Faccio il padrino alla figlia di una donna nigeriana vittima di tratta».

Ministro, crede che si arriverà a un accordo sul Patto di Stabilità?
«Spero di sì, l’importante per noi è che il nuovo patto dia rilevanza alla crescita e non solo alla stabilità. Serve equilibrio e non si possono favorire solo alcuni Paesi. Questo è il principio che ci ispira, sugli aspetti tecnici non entro perché è in corso una trattativa».

Meglio un accordo imperfetto o un veto che riporterà in vita il vecchio Patto di Stabilità?
«Quello che è certo è che non possiamo firmare una cosa che penalizza l’Italia, bisogna ragionare in maniera complessiva».

In “maniera complessiva” vuole dire anche il Mes?
«Certo».

Si arriverà alla ratifica?
«Non sono contrario, va bene ratificarlo, ma sul piatto bisogna mettere anche altre cose».

Cosa?
«Oltre al Patto di stabilità, ci sono l’unione bancaria e l’armonizzazione fiscale».

Ma il Mes va ratificato subito, mentre gli altri progetti hanno tempi molto più lunghi.
«Certo, ma non vorrei passassero in cavalleria. Io sono europeista e, parlando da segretario di Forza Italia, dico che è giusta la ratifica, ma credo che al Meccanismo Salva Stati serva un sistema di controllo. La presidente della Bce deve rendere conto al Parlamento e quello del Mes no? Non mi sembra corretto».

A proposito di Banca centrale europea, crede si arriverà a un taglio dei tassi?
«Sì, bisogna tagliarli per aiutare l’economia, visto che l’inflazione è scesa. Non basta dire che non ci saranno altri aumenti. Il rialzo degli scorsi mesi è stato un errore che stiamo ancora pagando».

Matteo Salvini a Firenze ha parlato degli “abusivi di Bruxelles”: ce l’aveva con le sue colleghe del Ppe, la presidente del Parlamento Roberta Metsola e con quella della Commissione Ursula von der Leyen?
«Non so con chi ce l’avesse, a volte in campagna elettorale si usano frasi forti, non voglio certamente polemizzare con lui».

Al di là delle polemiche, la Lega vi chiede di sottoscrivere un patto: nessuna intesa con i socialisti in Europa. Firmate?
«L’unico patto per battere i socialisti che ha funzionato è quello che ha portato alla mia elezione come presidente del Parlamento europeo: un’alleanza formata da popolari, liberali e conservatori».

Questo patto escluderebbe “Identità e democrazia”, il gruppo di Salvini?
«Se la Lega si aggiunge io sono molto contento. Non c’è nessun veto su di loro, ci mancherebbe. La nostra diversità assoluta è con Marine Le Pen e l’Afd tedesca».

Le conseguenze del voto europeo possono mettere a repentaglio la stabilità del governo Meloni?
«Non vedo perché. Si vota con il proporzionale e quindi si presentano i partiti e non una coalizione».

C’è quindi una competizione elettorale con la Lega, specie al Nord?
«Io mi auguro che tutti i partiti della maggioranza abbiano ottimi risultati. Forza Italia sta andando bene nei sondaggi, il nostro obiettivo è conquistare voti non agli alleati, ma al primo partito italiano: l’astensione».

La guerra a Gaza è iniziata da due mesi e non si vedono spiragli per una soluzione. È l’ora della diplomazia?
«È sempre l’ora della diplomazia, anche quando si lavora sottotraccia. L’Italia è impegnata per cercare di alleviare la crisi umanitaria, con una nave al porto di Al Arish in Egitto attrezzata con capacità chirurgiche e sanitarie per prestare assistenza ai civili feriti. A bordo abbiamo creato una piccola Onu umanitaria, nella quale operano medici e sanitari di alcuni Paesi, anche del Qatar. Siamo pronti a costruire un ospedale da campo anche dentro Gaza, appena le condizioni lo renderanno possibile».

Israele non sembra fermarsi, serve maggiore pressione da parte dell’Occidente?
«Noi siamo molto preoccupati per tutti i civili coinvolti, per gli abitanti di Gaza e per gli ostaggi. Chiediamo a Israele di evitare la morte di innocenti, specie dei bambini. Mi rendo conto che se Hamas continuerà a lanciare missili, la risposta di Gerusalemme continuerà ad essere dura. Israele ha diritto a difendersi, ma deve rispettare il diritto internazionale».

Resta il rischio di allargamento del conflitto?
«Sì, lo dimostrano i missili lanciati dagli houthi dello Yemen, d’altronde è la trappola di Hamas: convertire questo scontro in una guerra religiosa. Non cadremo in questa trappola, anche perché coltiviamo un dialogo continuo e un rapporto positivo con tutti i Paesi arabi».

L’obiettivo resta quello dei due Stati?
«Sì, ma non può essere realizzato in maniera unilaterale».

La Spagna si è detta pronta a riconoscere, anche da sola, lo Stato palestinese.
«È un errore, perché il riconoscimento della Palestina non può essere fatto contro Israele».

Nel frattempo stiamo dimenticando l’Ucraina?
«Nessuno la dimentica. Siamo impegnati come il primo giorno al fianco dei Kiev».

Il Senato americano ha bloccato i fondi per gli aiuti all’Ucraina, è l’ultima prova di una certa stanchezza dell’Occidente?
«Gli Stati Uniti di fatto sono già in campagna elettorale, ma io dall’amministrazione non ho visto alcun tentennamento nel sostegno a Kiev. Nessuno di noi è contento di avere due guerre alle porte di casa, ma questo non significa che ci possiamo permettere di essere stanchi di aiutare un popolo aggredito, come quello ucraino».

Tutto potrebbe cambiare in caso dell’eventuale ritorno di Trump alla Casa Bianca: è un pericolo anche per l’Europa?
«Non sta a me interferire sulle elezioni americane. Dico soltanto che con questa amministrazione e con il segretario di Stato Antony Blinken lavoro bene, anzi benissimo».

Il governo sta preparando un nuovo pacchetto di aiuti militari all’Ucraina?
«Si sta valutando l’ipotesi. Tutto quello che serve per aiutare Kiev sarà fatto. Sempre informando il Parlamento».

#RaffaellaCarrà verrà ricordata come una delle più grandi stelle dello spettacolo. Conosciuta in tutto il mondo ha rappresentato la cultura e i costumi dell'Italia, il suo talento e la sua contagiosa risata resteranno per sempre scolpiti nella storia dello showbiz. Ci mancherà 🙏

Auguri di pronta guarigione a #PapaFrancesco. Preghiamo tutti per la salute del @Pontifex_it. #Roma e la sua Chiesa hanno bisogno di lui. 🙏

NO AL REATO D'OPINIONE #DDLZan

“We the people” tell the government what to do, it doesn’t tell us. “We the people” are the driver, the government is the car. And we decide where it should go, and by what route, and how fast.“We the people” are free. R.Reagan #Happy4thofJuly to our American partners!
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