19 Dicembre 2023

Tajani: “L’Onu condanni Hamas, Israele tuteli i civili” – Intervista a “La Stampa”

ROMA. All’annuale Conferenza degli ambasciatori che si tiene alla Farnesina, il ministro degli Esteri Antonio Tajani vorrebbe parlare soprattutto del piano Mattei, che «sarà pronto in tempo per il summit di gennaio organizzato dall’Italia con i Paesi africani» e che, anzi, «può considerarsi già partito con alcune iniziative». Ma le notizie da Gaza restano nell’aria e se ne discute nei capannelli di feluche che si formano nei grandi saloni del ministero. Lo stesso Tajani, dopo aver saputo delle uccisioni da parte di un cecchino israeliano di due donne palestinesi che cercavano riparo in una chiesa, ora riconosce che «ci sono troppe vittime fra i civili palestinesi». Lo ripete due volte. Come a dire che la misura è vicina all’essere colma. E così, adesso, il governo italiano «insiste perché la risposta di Tel Aviv sia proporzionata. Invitiamo il governo e l’esercito israeliano a prestare grande attenzione. Non solo ai civili cristiani e alle chiese, ma a tutti i civili».

L’Italia però si è astenuta due volte quando l’Onu ha chiesto un cessate il fuoco a Gaza. Ora ci sarà una nuova proposta. Cosa faremo?
«Ci siamo astenuti perché i testi proposti non esprimevano alcuna condanna nei confronti di Hamas, che è la vera responsabile della crisi in Medioriente. Adesso, invece, il Consiglio di sicurezza potrebbe votare un testo proposto da Stati Uniti che invita Israele a lavorare per la fine delle operazioni militari, riconoscendo le responsabilità di Hamas».

Quindi sosterremo la proposta americana?
«Sì, siamo disponibili ad appoggiare iniziative che portino a una riduzione immediata delle vittime civili. Dobbiamo anche iniziare a pensare al dopo, alla possibile sconfitta militare di Hamas: dovrà esserci un periodo di interregno con una presenza anche militare delle Nazioni Unite, che dovranno avere una leadership riconosciuta da entrambe le parti».

Lei ha parlato di un piano Mattei già avviato con alcune iniziative. Quali?
«Stiamo creando la struttura di governance, ma nel frattempo molte iniziative del governo vanno in quella direzione. Abbiamo aumentato le 500 borse di studio a studenti africani e stretto un accordo con l’università di Perugia per fornire alle imprese italiane degli studenti africani laureati in Italia. Un altro esempio: da mesi ci siamo impegnati con l’Egitto e lo facciamo con la Tunisia sul fronte della sicurezza alimentare. In Egitto Coldiretti, Bonifiche Ferraresi e altri player dell’agroindustria stanno lavorando per dare un profondo contributo alla sicurezza alimentare di quel Paese. Così come la prima fabbrica Fiat in Algeria, inaugurata pochi giorni fa: un struttura che porterà lavoro in quel Paese amico. Non si tratta solo di avviare iniziative future, ma anche di mettere a sistema quelle che ci sono già».

Prevedete di introdurre sgravi o incentivi per le imprese che investiranno in Africa?
«Abbiamo già Simest, Sace e Ice che forniscono un appoggio alle nostre aziende, e abbiamo aumentato il fondo 394 a sostegno di chi esporta».

Ed è sufficiente?
«Vediamo cosa chiedono imprese e Paesi africani. Ci sono anche delle agevolazioni previste dai governi di quei Paesi, dobbiamo cogliere tutte le opportunità. Il nodo centrale, però, è il lavoro che si farà con i Paesi africani per mettere a punto un metodo condiviso con cui coordinare le varie iniziative. Il piano Mattei, in fondo, è soprattutto un metodo».

Non potrà essere un piano rivolto a tutta l’Africa. In quali zone si concentreranno gli sforzi? Nei paesi di origine dei flussi migratori?
«Il Nord Africa è la zona più importante, perché sono i nostri vicini, ma ci sono anche Paesi dove c’è una storica presenza italiana e una tradizione di investimenti, come il Kenya o la Nigeria. Dipenderà anche dalle opportunità che si presenteranno. Ma non siamo lì per fermare l’immigrazione, non vogliamo mandare agli africani questo messaggio, sarebbe sbagliato. Il nostro è un impegno per la loro stabilizzazione economica e sociale».

L’Europa ci sta dando l’aiuto necessario o serve di più?
«La presidente della Commissione Ursula von der Leyen mi pare abbia dimostrato un interesse per l’Africa».

Forza Italia appoggerebbe quindi un suo secondo mandato?
«Vedremo quello che deciderà il Partito popolare europeo nel suo congresso a Bucarest, a marzo. Lì annunceremo il nostro candidato. Von der Leyen credo sarà in corsa. Vedremo se ci saranno anche altri candidati. Riconosco che anche sulle politiche migratorie von der Leyen abbia supportato molto la posizione dell’Italia».

E lei si candiderà come capolista di Forza Italia alle Europee?
«Non lo so».

Che dubbi ha?
«Nessun dubbio, prima però aspettiamo di vedere come andrà il congresso di Forza Italia a febbraio».

Lei ha posto un veto sui tedeschi dell’Afd, alleati di Salvini in Europa. Metterebbe un veto anche su Vox, il movimento spagnolo alleato di Meloni, che immagina il premier Sanchez «appeso per i piedi»?
«Sono cose ben diverse. Vox fa parte del partito Conservatore. È una dichiarazione, non una linea politica. I Conservatori di Meloni oggi sono parte dell’establishment europeo, quindi non c’è alcun problema».

Establishment europeo? Meloni si potrebbe offendere…
«Sono parte della maggioranza e del governo europeo, sono parte di tutti gli organismi europei. Fotografo la realtà».

È preoccupato per l’ennesimo rinvio sul Mes?
«Io sono sempre stato favorevole al Mes, anche se questo regolamento non mi piace, perché la guida del Mes non è sottoposta ad alcun controllo del Parlamento europeo».

Conte intanto ha invocato il giurì d’onore perché Meloni l’avrebbe denigrato in Aula proprio sul Mes.
«È un’uscita per finire sui giornali ed avere visibilità. Preferisco chi fa delle proposte vere, serie, concrete».

#RaffaellaCarrà verrà ricordata come una delle più grandi stelle dello spettacolo. Conosciuta in tutto il mondo ha rappresentato la cultura e i costumi dell'Italia, il suo talento e la sua contagiosa risata resteranno per sempre scolpiti nella storia dello showbiz. Ci mancherà 🙏

Auguri di pronta guarigione a #PapaFrancesco. Preghiamo tutti per la salute del @Pontifex_it. #Roma e la sua Chiesa hanno bisogno di lui. 🙏

NO AL REATO D'OPINIONE #DDLZan

“We the people” tell the government what to do, it doesn’t tell us. “We the people” are the driver, the government is the car. And we decide where it should go, and by what route, and how fast.“We the people” are free. R.Reagan #Happy4thofJuly to our American partners!
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